Consigli pratici per uccidere mia suocera di Giulio Perrone

Cuore
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Un editor di una casa editrice, un matrimonio che sembra arenarsi nella paludi del tradimento, un uomo che lascia agli altri il compito di scegliere per se stesso. Un romanzo esilarante

Allora, preparatevi. Se deciderete (e spero lo facciate, consiglio vivamente) di leggere l’ultimo romanzo di Giulio Perrone ne uscirete a pezzi. A pezzi ma interi, per utilizzare un ossimoro ardito.

Leo ha 40 anni. Vive a Roma, quartiere San Lorenzo. Di lavoro fa il collaboratore (e di soldi ne vede pochissimi) con la casa editrice Ranieri Malosi: legge i manoscritti degli aspiranti nuovi scrittori, quelli che devono essere soprattutto i produttori di storie che vendano. Insieme a tre colleghi è impegnato in un compito fondamentale per le sorti della sua sopravvivenza: escogitare un modo per uccidere una suocera, quella protagonista del prossimo thriller del proprietario della Ranieri Malosi, Enea.

È separato da un anno. La moglie si chiama Marta, donna centrata, equilibrata ma, per non cadere nella caratterizzazione di tipo elementare, è anche disinibita, passionale, bellissima. Un sogno: madre e amante perfetta insieme.

Leo, però, Marta l’ha lasciata. Per Annalisa, studentessa di lettere. Adesso convivono. Lei è fresca, piena di tenerezza verso questo uomo grande nel fisico e nell’età ma così bambino nel desiderio, nella fragilità esistenziale. Annalisa ha la supponenza della gioventù vera, quella in cui credi di essere adulto: hai capito tutto, il futuro è una certezza, il sesso è un letto e mille ti amo a fare da coriandoli.

Leo, però, Annalisa la tradisce. Con Marta. No, non è un caso di omonimia, Marta è proprio la Marta che ha abbandonato per stare con Annalisa, è Marta la prima moglie!

Leo è anche figlio. Di Ernesto Migliorini in arte Dustin. Ernesto era giovane e pieno di paure, quando la donna che amava rimase incinta. Così ebbe un’idea geniale: scappò. Per poi ritornare da vecchio, un’adolescenza canuta e grottesca da difendere, pieno di storie (false) da raccontare e scuse, pieno di casini da risolvere.

Leo è ovviamente paziente. Della dottoressa Statuti, psicologa che lo ascolta per un’ora, ogni lunedì pomeriggio.

Leo si parla addosso, in continuazione. Leo deve sempre andare, quando si tratta di confrontarsi. Leo fugge. Dai propri desideri, dall’impegno, dal coraggio di andare a fondo. Leo non sceglie, lascia che sia la vita, la determinazione degli altri, a dare una direzione al suo cammino.

Se siete vaccinati contro il fascino dei vampiri emotivi, Leo vi farà ridere. Vi farà tenerezza, pena. Vi farà pena, tanta, Marta. E applaudirete il pragmatismo di Annalisa.

Se invece il vaccino non vi è stato inoculato ad altezza cuore direzione cervello…diciamo che questo libro potrebbe rappresentare una sorta di tentativo di correre ai ripari. Leo vi farà venire l’orticaria. Vi farà salire la febbre. Vi farà cadere pure qualche capello.

State sereni, però. Sono effetti collaterali previsti, che passano.

 

Giulio Perrone, Consigli pratici per uccidere mia suocera, Rizzoli

 

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