Il malinteso di Irène Némirovsky

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Il malinteso di Iréne Némirovsky è il primo romanzo scritto dall'autrice di Suite Francese, libro a cui si ispira l''omonimo film appena uscito.

Se già non la conoscevate forse state sentendo parlare ora di questa meravigliosa scrittrice, morta a soli 39 anni ad Auschwitz, in relazione al film tratto dal suo omonimo libro, Suite francese.

 

I libri sono strumenti di pace e di incontro. Aprono al dialogo, allargano gli orizzonti, regalano sogni nuovi. Io voglio consigliarvi il primo romanzo della scrittrice, Il malinteso, che apparve in una rivista quando Irène non aveva ancora compiuto 23 anni, nel 1926.

Denise è sposata con Jessaint. Hanno una bambina, France. Arriva l’estate, e in vacanza Denise conosce Yves. Diventeranno amanti.

Nei giorni di vacanza i due toccano il cielo con un dito. Sono soli e i doveri, le responsabilità, lontani. Tutto comincerà a cambiare quando faranno ritorno in città, a Parigi. Yves, che un tempo era ricco e viveva di rendita, oggi è costretto a lavorare per far quadrare i conti. Denise, moglie mantenuta dal facoltoso Jessaint, passa tutto il giorno a non fare nulla (la figlia ha una tata), ad aspettare il momento dell’incontro, a perdersi in pensieri sterili, a truccarsi e pettinarsi. Ogni volta che Yves non risponde a una sua chiamata perché impegnato nel lavoro, lei subito pensa: “Ecco, non mi ama più”.

Quando Denise è a un passo dalla follia, chiede consiglio alla madre, la signora Franchevielle.

“Ho conosciuto una donna” mormorò, con lo sguardo perso nel vuoto “che amava il suo uomo come tu ami il tuo, come una disperata, come una pazza. Lo tormentava a forza di carezze, di attenzioni, di gelosia. E poiché gli dava davvero tutta se stessa, il suo cuore, la sua vita, le sembrava di non ricevere mai abbastanza in cambio. Come sai, gli innamorati immaginano sempre di aver fatto un cattivo affare, a vantaggio esclusivo dell’altro. E dimentichiamo il terzo incomodo, l’amore…Un giorno la donna si fece un amico, un diversivo, solo per passare il tempo. Non un amante. L’idea di una infedeltà fisica le era insopportabile. Un amico. E si divertì a farlo innamorare. Cominciò controvoglia, al solo scopo di scaricare il suo nervosismo sulle spalle di un innocente; poi, a poco a poco, vi prese gusto. Tornò a essere bella. L’amore felice imbellisce le donne. Il suo amante lo notò, e glielo diede a vedere. Lei, sentendosi in colpa, divenne prima più indulgente, poi più distaccata, e lui più felice”

“E dov’è ora, questa donna, mamma?”

“Oh, è molto lontana, figliola, molto lontana”

“Ed è sempre…sempre stata felice?”

“Sì, per quanto è possibile esserlo. Ormai aveva imparato la lezione della vita: dare pochissimo e pretendere ancora meno

“E non rimpiange mai il tempo in cui era soltanto una giovane inesperta e innamorata? Non rimpiange mai le sue sofferenze?”

La signora Franchevielle taceva, con lo sguardo assente.

Poi trasse un sospiro, esitò un istante, ma alla fine rispose con voce ferma:

“No, mai”.

La nostra eroina decide di dar retta ai consigli della madre. Una sera, per caso, mentre lei sta baciando un cugino, Yves la vede. Lui, anche se preso da mille problemi e mille paure, l’amava davvero. Quindi se ne va. Senza salutare.

E Denise? Denise soffre. Piange. “Ecco, è finita. Io non lo sapevo che era quella, la felicità. E ora è finita”.

La morale? Non date retta a chi è sconfitto dalla vita. Non date retta alla fantomatica bontà delle mamme. Non fidatevi della paura. Prendete l’uomo che amate, se lo amate davvero, e riscattate tutte le Denise, tutti gli Yves, del mondo.

Il malinteso di Iréne Némirovsky, Adelphi, 2010.

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