Innamorarsi è una coincidenza?

Cuore
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Spesso un incontro (e tutto quello che ti capita nella vita), è vero, avviene per caso. Ma poi devi metterci del tuo

Nulla succede per caso in amore è il titolo del libro dello psicoterapeuta Robert H. Hopcke di cui si parla nell’articolo La legge segreta dell’amore che trovate su Confidenze in edicola adesso. Me lo sono letto (per il momento solo l’articolo) e subito mi sono chiesta: gli uomini che si sono tuffati a capofitto nel mio cuore li ho sempre conosciuti per pura coincidenza?

Be’, detta così risponderei di sì. E vi racconto la volta più eclatante. Se il mio ex fidanzato non avesse insistito perché andassi a cena con lui e un paio di suoi amici, forse non mi sarei mai sposata con il tipo che quella fatidica sera si è seduto proprio di fronte a me, facendomi capitolare già mentre spiegava il tovagliolo.

Un matrimonio voluto dal fato, il nostro? È probabile, ma sono convinta che le coincidenze non aiutino solo a trovare marito. Il lavoro che faccio, per esempio, lo faccio per caso: dopo l’esame di maturità, ho incontrato per strada una conoscente in caccia di una giovane desiderosa di farsi le ossa in redazione (a quei tempi si chiamava gavetta). E io, che ero perfetta per la posizione,  me la sono aggiudicata giusto perché passavo in quella via in quel preciso istante. Un minuto d’anticipo o uno di ritardo, infatti, avrebbero quasi sicuramente cambiato il mio destino professionale.

Insomma, mi pare di avervi detto in modo chiaro che credo profondamente che ci sia qualcosa di già scritto nelle vite di tutti noi. Ma attenzione, qualcosa (per fortuna) non vuole  dire tutto. Dopo la cena galeotta, infatti, le mie forze si sono tutte concentrate su un unico fine: un nuovo incontro (che naturalmente doveva apparire assolutamente casuale) con colui che mi aveva folgorato al ristorante. Mentre se ancora oggi scrivo, è perché sono riuscita a trasformare una collaborazione saltuaria in un rapporto più duraturo.

Sempre secondo l’articolo di Confidenze, però, le coincidenze possono anche rivelarsi un terremoto che distrugge la vita a due, come succede in Sliding doors. Ma proprio questo riferimento, secondo me, conferma la teoria del “già scritto”. Perché non so se vi ricordate bene il film: nell’ascensore dell’ospedale, la storia della Hellen che prende la metropolitana confluisce in quella della Hellen che la perde. Un lieto fine che io voglio interpretare così: al di là della difficoltà di molti percorsi, la meta può riservare sempre bellissime sorprese. Quindi, vietato smettere di camminare!

 

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