L’amore è sopravvalutato di Brigitte Giraud

Cuore
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89 pagine per 11 racconti di minuziosa perfezione. Tema l'amore e come imparare ad accettarne i fallimenti e gli abbandoni che ci restano attaccati addosso

“Fai appello alla memoria, scruti il minimo dettaglio. Segui gli indizi, hai bisogno di prove. Non pensi di essere stata negligente, non è da te. Rifiuti di ammettere che potresti esserti ingannata. Hai un’opinione migliore di te stessa. Ma più cerchi, meno capisci ciò che è accaduto. Riguardi tutto il film, sin dal primo giorno. Il vostro incontro, dopo uno spettacolo di danza. La vostra prima conversazione al telefono. La vostra prima cena. La vostra prima notte. Le vostre prime vacanze. Biarritz, l’albergo sul mare, il vento e l’oceano in tumulto. Il vostro primo ritorno dalle vacanze. I vostri sguardi tristi all’idea di separarvi per riprendere il lavoro. No, in tutto questo non vedi nulla che avrebbe potuto metterti in guardia. Lui fumava in macchina, e la cosa non ti disturbava affatto. Beveva molto la sera, al ristorante, e tu bevevi con lui. Perdeva l’accendino, gli occhiali i documenti, e ti sembrava tutto romantico. Ti faceva tenerezza. Lui era unico, spigliato, sbadato. Ti sembrava così speciale. Ricordi perfettamente il primo appartamento che siete andati a vedere. Eravate d’accordo su ogni cosa. Ti andava bene tutto. L’umidità non ti scoraggiava, e nemmeno il rumore, l’assenza di riscaldamento, la mancanza di spazio. Te ne infischiavi. Lo divoravi con gli occhi. Avevate soltanto l’avvenire davanti a voi. Eravate immortali. Avevate tutto il tempo. E di quel tempo, oggi, che cosa te ne fai? Lo annienti. Giudichi, paragoni, interpreti. Fai del tuo tempo una scala di valori. L’uomo della tua vita è diventato terreno di sperimentazione. Lo metti alla prova, vuoi incasellarlo a ogni costo, come più ti conviene. Gli assegni un luogo. Gli concedi un ruolo. Non deve oltrepassare i limiti. Lo tratti come un oggetto che decidi tu come usare. Disponi di lui a volontà. Sai che cosa deve fare, pensare, accettare. Vuoi educarlo, rieducarlo. Non lo ami più. L’hai svuotato della sua sostanza, l’hai consumato. Ora è davanti a te, logoro e stanco. E così non ti piace più”. 

Una piccolissima raccolta di racconti molto brevi, 89 pagine per undici quadri di minuziosa perfezione. Vale la pena leggerne i titoli uno di seguito all’altro per capire già il senso dell’analisi spartana e accuratissima insieme che la Giraud opera intorno e dentro l’amore fino a scoprirne il segreto (est très surestimé): La fine della storia, L’estate dell’attesa, Il giorno e la notte, Dirlo ai bambini, Già mi manchi, Il posto giusto, L’abitudine, L’anno dei miei dieci anni, Le vedove, Gli oggetti, Il tempo è passato.

L’amore che passa e si vuole trattenere a tutti i costi tentando di razionalizzarne le motivazioni, la morte che non riesce a ucciderlo, il senso di colpa verso i figli, il desiderio di ricominciare ad amare mettendo a tacere il dubbio e l’assenza di vere emozioni e sensazioni verso l’altro, la perdita della propensione al ‘per sempre’ che connota ogni innamoramento. I temi che ‘bucano’ il cuore e lo svuotano di sangue e privano dei battiti che danno senso alla storia di ogni sistema cardiocircolatorio sono tutti presenti in queste pagine necessarie, addolorate ma lucide, piene di prese di coscienza, di disincanti, di ‘vergogne’ da tenere per sé. ‘Vergogne’, è così che i fallimenti d’amore, gli abbandoni, i lutti, ci restano attaccati addosso, lettere scarlatte culturalmente mediate e mai medicate. “Si dice che la fine sia già scritta nell’inizio”, scrive la Giraud. Eppure, pur essendo parte della vita e della storia, la silenziamo, evitiamo, temiamo, ridicolizziamo. Sopravvalutiamo, deformandoli non a nostra immagine e somiglianza, gli inizi. Piangiamo senza accettarne i significati nudi per le conclusioni, unici momenti schietti, non recitati, non impostati. Imparare a ‘sottostimare’ l’amore può voler dire bilanciarne i momenti, l’evoluzione, il tratto di strada.

Brigitte Giraud, L’amore è sopravvalutato, Guanda

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