Non innamorarti di una donna che legge

Cuore
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 Vi riproponiamo sul blog una delle storie più apprezzate del n. 40 di Confidenze, ne avevamo parlato anche qui

 

Quando CHIARA mi ha fatto scoprire questa POESIA non ho voluto CAPIRE il suo MESSAGGIO. Per lei, realizzare se STESSA era più importante di tutto. Anche di me

Storia vera di Francesco G. raccolta da Maurizio Riboldi

 

È da quando l’ho conosciuta che me lo ripeto: Chiara è il prezzo da pagare per una vita intensa, vissuta all‘estremo. Lei non è da tutti, non è per tutti. Non è per sempre.

Chiara non si è mai trasferita da me e non ha voluto che lo facessi io: sì, vivevo a casa sua, ma in modo precario. Avevo ancora la mia casa, nella sua arrivavo con una sacca come se fossi in visita, di passaggio.

Lei ha sempre avuto bisogno dei suoi spazi, della sua musica e dei suoi libri: li abbandonava appena iniziati in ogni stanza, poi li riprendeva, ne leggeva ancora qualche pagina per poi lasciarli di nuovo in un altro posto. Sembrava che ognuno di loro fosse la risposta al bisogno emotivo di un attimo per poi diventare superfluo fino a quando sarebbe arrivato il momento di ripescarlo.

Passavo molto tempo a guardarla sorridere mentre era concentrata sulle pagine di un libro, persa dietro pensieri leggeri, oppure intenta a muovere le dita delle mani come ali di farfalle seguendo il suono di un brano di musica classica, genere che io detesto. Altre volte le vedevo nascere improvvisamente una ruga profonda sulla fronte: leggeva una storia triste e sembrava assorbirne tutto il dolore.

Una donna intensa, divorata dai troppi pensieri; una donna che, adesso lo so, non si sarebbe mai potuta affidare davvero a me: quante volte mi sono reso conto di essere invisibile ai suoi occhi e l’ho vista lontana, bellissima e irraggiungibile. Volevo urlare per riportarla vicino a me, ma sarebbe stato inutile.

Quando sono entrato nella sua vita, ho pensato di avere davanti la perfetta incarnazione della donna descritta nella poesia di Martha Rivera Garrido che proprio lei, ridendo, mi aveva fatto leggere: “Non innamorarti di una donna che legge, di una donna che sente troppo, di una donna che scrive. Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza. Non innamorarti di una donna che pensa, che sa di sapere e che, inoltre, è capace di volare, di una donna che ha fede in se stessa”. La poesia inizia così.

Ovviamente era troppo tardi, perché di Chiara mi sono innamorato da subito, nessuno può resistere a una donna così.

La poesia non mi è servita di avvertimento, anzi. Come spesso fanno gli uomini, convinti di poter rappresentare il centro nella vita di una donna, ero sicuro che sarei stato io, prima o poi, il fulcro di questo suo mondo sognante, quasi febbrile.

La cosa mi eccitava, era una sfida affascinante: una donna bella, colta, appassionata è la conquista più esaltante per qualsiasi uomo. O almeno per me che non ho mai amato il genere “bambolina”. Volevo questa sfida e non ho preso in considerazione l’eventualità di poterla perdere. Invece Chiara non ha mai avuto bisogno di avere me per sentirsi completa, appagata e felice.

Fare l’amore con lei era un’esperienza ogni volta nuova, del tutto imprevedibile: non sapevo mai se sarebbe stata tenera o, invece, passionale, allegra e giocosa oppure sfrontata e piena di desiderio senza remore. Quando mi voleva, si abbandonava totalmente fino allo sfinimento: come per tutte le cose che amava, anche in questo caso l’emozione doveva essere vissuta a mille.

Non le ho mai visto fare un gesto di tiepida indifferenza o provare un coinvolgimento parziale: aveva una fame di vita assoluta, voleva tutto e consumava ogni cosa.

Dopo l’amore si allontanava come se, appagato un bisogno, la sua mente dovesse correre altrove.

Quante volte, sentendo il suo piacere, mi sono illuso che da quell’abbraccio non avrebbe avuto il desiderio, o la forza, di uscire. Ma nessuna gabbia è mai riuscita a rinchiuderla e neppure la passione e la rabbia che ci ho messo l’hanno mai fatta mia.

Tante volte ho pensato che era troppo doloroso vivere nell’incertezza: non sapere se il giorno dopo mi avrebbe voluto ancora o se, invece, si sarebbe chiusa in sé, sfuggente come sempre; l’avrei vista felice, magari ridere e mangiare cioccolato con gli occhi pieni di puro godimento o sarebbe stata assorta in pensieri che non avrei mai conosciuto?

Tante volte l’avrei voluta lasciare, magari per tornare da Laura, una bella donna concreta con la quale avevo interrotto una relazione proprio per amore di Chiara.

 

Ancora adesso, nonostante il mio gesto, Laura mi manda messaggi affettuosi. Lei è diversa, ama sentirmi parlare del mio lavoro, dà importanza a quello che faccio. Per lei il legame con un uomo è fondamentale, la completa. Laura corrisponde a quello che mi hanno insegnato sulle donne: sogna di essere moglie, o almeno compagna, e nel rapporto trova un riconoscimento sociale. Una così ti fa sentire importante, restituisce centralità, magari solo apparente, alla figura maschile.

Ma dalla scelta che ho fatto è difficile tornare indietro: Chiara ha rappresentato per me la possibilità di una vita diversa, la scoperta di un’intimità nell’amore che rende pallido, quasi esangue, ogni confronto.

Infatti non riesco a uscire da questa storia, nemmeno adesso che se n’è andata. Perché lo ha fatto senza un motivo, senza fornirmi un appiglio per poterla detestare: insomma, senza nessuna di quelle azioni che ti aiutano a dimenticare. Non è entrato nessun altro nella sua vita: ha solo deciso che, per scrivere poesie, l’unica sua vera passione, ha bisogno di stare sola. Così è andata a vivere a Linosa, nella casa paterna, una costruzione affacciata sul mare, lontana da tutto, perfetta per lei.

Inutile tentare di seguirla o chiederle di poterla almeno rivedere ogni tanto: la sua mente era già lontana, immersa nella visione di un cielo blu solcato dai gabbiani.

Provo a riorganizzare la mia vita e, come dopo una febbre alta, mi trascino convalescente, incapace di immaginare un futuro. Intanto penso a quella poesia e al suo finale profetico che ho voluto ignorare: “Perché quando ti innamori di una donna del genere, che rimanga con te oppure no, che ti ami o no, da una donna così non si torna indietro. Mai”. 

 

 

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