Segreti domestici

Cuore
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Come ci si parla in casa tra marito e moglie? E con gli animali? Ecco il mio esilarante elenco di segreti domestici

Oggi, per salvarmi dall’angoscia dei massimi sistemi, mi occuperò di quelli minimi e brucianti: come ci si parla in casa?

Io mio marito, un vecchio signore elegante, serio professionista, lo chiamo Topo, Topone, Topicco. Lui non mi chiama. Se sento «Barbara!» vuol dire che l’ho fatta grossa.

Quando ero piccola crescevamo cretini perché ci parlavano con la elle fino a sei anni: Vuoi mangiale? Vuoi giocale? Adesso, a tre anni i bambini sono dei vocabolari completi.  Ma fin qui siamo anche disposti a ridere di noi, a raccontare le nostre scemenze. Ciò che è davvero inconfessabile, è il linguaggio che usiamo con gli animali domestici. Anni fa avevamo un grosso pastore nero e bianco, mezzo Maremmano mezzo Belga, femmina, si chiamava Stella, e ci eravamo messi in testa che ci capiva solo se le parlavamo con la A. Per 14 anni. Esempi:

Vàa la zappa? (Vuoi la zuppa?)- Andama a spassa? (Andiamo a spasso)?

Dalancanta, hàa pascata sal tappata! (Delinquente, hai pisciato sul tappeto!)

Stalla! Ta sa fragata al prascatta? ( Stella! Ti sei fregata il prosciutto?)

Allora mia figlia studiava in Egitto, e le scrivevo sempre due righe da parte di Stella, rigorosamente con la A. Es: Salata, non dara canfadanza àa gavanatta (saluti, non dare confidenza ai giovanotti). Che sì sono cose sciocchine, ma grazie a questi moltiplicatori dell’idiozia che sono i media, se lo mettete in rete diventa geniale, e sicuramente una fazione comincerà a esprimersi così. Poi arrivò una trovatella di nome Bionda: lei ci capiva solo se parlavamo con la I. Esempi:

Bindi, vini sibiti chi! (Bionda, vieni subito qui!)

Hi! Hii risicchiti li zimpi dil tivili! Virghigni! (Ah! Hai rosicchiato la zampa del tavolo, vergogna!)

– (Portandola a spasso) Pirchì mirsichi li vicchi? (perché morsichi le vecchie?)- e rivolta alla vittima):

Mi schisi, signiri…cioè, mi scusi signora…

– Mi scusi un cavolo, io la denuncio! Gli metta la museruola a quella stronza!

Era proprio la giusta definizione della Bionda, che in più era leggera di testa e molto presuntuosa. Ma adesso che non c’è più, chi entra può vedere la sua foto che svetta sulla parete, al centro di un sole azzurro. Le sue ceneri le tengo nell’armadio.

Se non fosse per queste piccole stupide meravigliose tenerezze domestiche,  per queste infantili fughe dalla brutta realtà, quanti sorrisi in meno, e innocenti respiri!

 

Confidenze