W la scuola, ma solo se è intelligente

Cuore
Ascolta la storia

La vita dei genitori di alunni che vanno male a scuola è un inferno. Ma la soluzione c'è. E arriva proprio dalla scuola

Il periodo più difficile della vita di molti genitori  coincide con i figli al liceo. Visto che capeggio la lista di tali poveretti, esordisco dicendo che piuttosto che tornare a quei tempi sarei disposta a subire le peggio torture: al confronto mi sembrerebbero innocui attacchi di solletico.

Butto là qualche accenno che una valanga di mamme e papà conoscono benissimo: debiti a settembre (quando andava bene), bocciature (una a testa tra i miei cucciolotti par conditio addicted), telefonate per sapere come mai non fossero in classe (boh?) e malumori a casa (l’isteria da noi regnava sovrana). Solo elencare fatti normali nella nostra vita di allora mi fa di nuovo imbufalire. Per fortuna, però, è acqua passata e potrei non pensarci più.

Ovviamente non succede perché quegli anni hanno lasciato il segno. Tant’è che appena l’ho visto, non sono riuscita a non leggere l’articolo Quando la scuola delude che trovate su Confidenze in edicola adesso, in cui Don Luigi e Maria Rita Parsi esprimono le loro opinioni. E io, che non voglio essere da meno, ci tengo a dire la mia: a me la scuola ha solo dato… una mano? No, tutto il braccio.

Prossimi alla seconda bocciatura, ero indecisa se spostare i miei figli in un liceo segnalato da un’amica che mi aveva detto: «Chiedi un colloquio con il preside e non avrai più dubbi». Ubbidiente, mi sono trovata di fronte a un (più o meno) coetaneo che in un nano-secondo ha capito il mio dramma.

La cronaca di ciò che è successo è molto breve e molto ma molto di più felice: i ragazzi hanno frequentato in quel liceo quattro anni e hanno preso la Maturità. Ma la cosa più importante è che in quel periodo noi genitori abbiamo trovato uno staff di gente a cui vorrei costruire un monumento a testa. Perché amavano gli studenti. Instauravano con ognuno di loro un rapporto personale. Tenevano conto delle diverse indoli, delle potenzialità e delle fragilità. Insomma, facevano il loro mestiere con vera passione e intelligenza, ponendosi come degli educatori illuminati disposti ad accettare che durante l’adolescenza è più facile farsi travolgere dalla tempesta ormonale che dalla passione per Leopardi.

Ecco, se la scuola fosse sempre così, nessuno ne sarebbe mai deluso. E visto che la mia famigliola ha avuto questa fortuna, ne approfitto, anni dopo, per dire un ennesimo grazie a tutti. Ma, soprattutto, a Mr. & Mrs. M.

 

 

 

Confidenze