Buon compleanno, grande Tiziano

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Ha venduto più di 15 milioni di dischi nel mondo, ma non si è mai atteggiato a star. In occasione dei suoi 40 anni ecco un excursus della sua incredibile carriera

 

di Giovanna Sica

Caro amico ti scrivo, perché so che per te compiere 40 anni è importante. Lo hai dichiarato a Sanremo, nel nuovo album Accetto miracoli e nel trailer del documentario Ferro (da giugno su Amazon Prime Video). Tant’è che per festeggiarli hai organizzato il tour TZN2020. D’altronde, tu gli anni non li hai certo sprecati. Ti sei meravigliato a ogni segnale di crescita e a ogni passaggio. Non sei di quelli che gli eventi li capiscono dopo, negli starnuti del vento. Ed è per questo che ho deciso di scrivere non solo al Tiziano di oggi, ma anche a quello dei decenni passati. Insomma, stavolta sono io che Ti scatterò una foto. Anzi, tre.

 

2001, i tuoi esordi

Siamo nel 2001, hai 21 anni e assomigli a un angelo. I lineamenti del viso sono perfetti, le cicatrici ben nascoste. Sei un ragazzo di provincia timido e imbranato, con un rapporto difficile col cibo e incapace di comunicare in profondità con il prossimo. Un ragazzo che ha dentro di sé una grande energia, un’immensa voglia di raccontarsi e lo fa attraverso le canzoni che scrive. Finora i discografici non sono sembrati interessati alla tua musica, però adesso ci siamo: esordisci con il singolo Xdono, che anticipa l’album Rosso relativo, un grande successo. “Mi perdo naufragando, nelle cose che non dici, quelle che la notte, un po’ te ne vergogni, nascoste ma le fai, e ne parli con gli amici (ma, ma), rimangi tutto a volte, porti le cicatrici, ma nessuno le vedrà”. Le cose che non dici sono davvero tante. Ci sono dei mostri (così li chiami nei tuoi diari) che ti vengono a bussare alle spalle. Forse ti tiene in salvo il rituale di annotare tutto sui tuoi quaderni. Li scrivi da quando avevi 15 anni, metti lì i sogni, i pensieri brutti, il cazzeggio con gli amici, il bene che vuoi alla tua famiglia e alla tua città, Latina. Annoti la fame di cibo e di amore. Passano due anni e alla radio trasmettono  un tuo nuovo disco: 111, dove inserisci Non me lo so spiegare, la canzone che ai tempi di Rosso relativo pareva piacere solo a te. E che, invece, alla fine è piaciuta a tutti. “Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare e credere di stare bene quando è inverno e te, togli le tue mani calde, non mi abbracci e mi ripeti che son grande”. Intanto, sei sempre in giro per il mondo. E quando scopri il Messico, ci vai a vivere e a studiare. È un periodo di grandi soddisfazioni, però a volte ti senti stanco e solo. I mostri non ti  permettono di trovare la pace da nessuna parte, ma tu hai deciso di non dargli ascolto, che puoi andare più forte di loro. Nel giugno 2006 pubblichi Nessuno è solo e fai una riflessione importante: “Ho passato tanti anni in una gabbia d’oro, sì, forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero”. Il decennio sta per finire quando esce l’album Alla mia età (con collaborazioni eccellenti con Ivano Fossati e Franco Battiato) e finalmente decidi di farti aiutare da una psicologa. Ormai hai sempre il fiatone a furia di correre, devi fermarti, non puoi più scappare. La fama cresce in proporzione inversa alla felicità. Continuano i pettegolezzi sulla tua presunta omosessualità e ti fanno male. Sei una persona profondamente sensibile e loro, quelli che parlano a vanvera, non sanno proprio niente di te. “E se arrivasse ora la fine, che sia in un burrone, non per volermi odiare, solo per voler volare, e se ti nega tutto questa estrema agonia, e se ti nega anche la vita respira la mia” (Regalo mio più grande).

 

2010, sei più sicuro

Arriva il 2010, hai 30 anni e sei sempre più bello. Il viso è sereno, hai sconfitto i mostri e accettato la tua omosessualità che hai confessato nel libro Trent’anni e una chiacchierata con papà, in cui racconti la sofferenza che hai dovuto attraversare per poter dire: «Sono gay». Sono sicura che l’hai fatto per ogni ragazzo di provincia che si sente sbagliato. Ma anche perché hai scoperto che L’amore è una cosa semplice, come recita il titolo del nuovo album. Nel 2014 pubblichi la prima raccolta, TZN-The Best of  Tiziano Ferro e, fra gli inediti, spacca Lo stadio, un pezzo che contiene tutta l’energia di tanti cuori che battono assieme: “E in ogni stadio c’è una storia, il timore, l’amore, la fine di una vita, il principio di altre mille, e una voce, un coro, che spaccano il cielo, e cambieremo il mondo, ma cambierà davvero”. Due anni dopo fai ancora centro con Il mestiere della vita. Ne Il conforto (in cui duetti con Carmen Consoli), le parole “casa”, “conforto”, “cuore” e “coraggio” sono intimamente legate fra loro e rimandano a una visione dell’amore in cui la prossimità non viene confusa con la vicinanza. Ora sai per certo che avere coraggio significa avere cuore. “Per pesare il cuore con entrambe le mani ci vuole coraggio, e occhi bendati, su un cielo girato di spalle”.

 

2020, il vero successo

La scorsa estate ti sei sposato con Victor Allen e quanta felicità era dipinta sui vostri volti in quella foto scattata a Sabaudia mentre mostrate orgogliosi le fedi. A novembre, invece, è uscito il tuo ultimo album, Accetto miracoli. Contiene 12 canzoni intense che parlano d’amore, ma anche di ostacoli e della volontà di superarli. Della morte, dei conti che si tirano a Natale. Mentre in Il destino di chi visse per amare esorti il ragazzo timido di provincia che eri: “E corri non ti fermare, corri. Me lo dicevi e lo dicevo anch’io”. Poi, aggiungi: “Piangi quanto vuoi tanto io di te ricorderò il sorriso”. Insomma, sei tornato indietro ad abbracciare il Tiziano adolescente, ma non sei annegato fra le sue lacrime, anzi. Forse è stata proprio la sua sofferenza a darti la spinta per imparare a nuotare senza aver più paura. Hai preso il sorriso e la forza di quel ragazzo e li hai fatti tuoi per sempre. Tant’è che oggi sai ridere di tutto. Sai che nessuno può ferirti con le parole. Che hanno un peso, sì. Ma quelle brutte, che hanno fatto del male a te e e a tante altre persone, le hai sbugiardate. Hai venduto più di 15 milioni di dischi, canti in cinque lingue, vanti collaborazioni illustri, sei cantautore e produttore. In questi anni sei diventato grande, in tutti i sensi.

Buon compleanno, Tiziano. Ormai quarantenne, con qualche ruga intorno agli occhi e un filo di barba che sottolinea i tuoi lineamenti perfetti, non sei mai stato tanto bello. Dal punto di vista fisico, ma non solo: sei  una bella persona. Alla faccia di coloro che non credevano in te, sei cresciuto davvero bene. ●

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