Il panino (lo voglio) giusto

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Hamburger e hot dog non sono niente male. Ma io preferisco 1000 volte i panini made in Italy

Reduce da uno spettacolare viaggio in California (thank’s a lot to Giorgino and Monica!!!), questa settimana voglio parlarvi degli Stati Uniti. Non snocciolando commenti su Trump o sui prezzi più bassi delle sneakers rispetto all’Italia, ma tirando in ballo il cibo.

Come molti (credo), se penso all’America in versione culinaria, oltre alle succulente T-bone mi vengono in mente i panini con l’hamburger e gli hot dog. Imbottiti di tutto e di più i primi e grondanti di delizioso ketchup i secondi, sono entrambi una vera goduria all’inizio ma nauseabondi già dopo qualche giorno.

Certo, faccio considerazioni da privilegiata, visto che sono nata e vivo nel Paese della buona tavola per eccellenza (il mio peso non piuma lo dimostra). Ma è proprio per questo che alla fine di due settimane all’estero, il primo articolo che mi sono letta sul numero di Confidenze  in edicola adesso è stato Che super panini!. In cui sono raccontate sei ricette (più una vegan) da acquolina in bocca.

Dal tradizionale pane cunzato allo sfilatino alla caponata e ricotta infornata, non c’è una proposta che non mi divorerei in questo preciso momento. E poiché solo guardare le foto mi mette una fame da lupo, sappiate che appena finisco di scrivere correrò più veloce di Sara Simeoni verso la mensa.

Esagerata? Forse (sicuramente non a rischio anoressia). D’altronde, mangiare bene è senza dubbio uno dei grandi motivi per cui vale la pena essere al mondo. E l’abilità con cui noi italiani riusciamo a creare piatti (e panini) irresistibili, ci trasforma in artigiani del gusto che aspiranti cuochi dell’intero pianeta cercano di imitare.

Peccato che i risultati siano spesso ai limiti del vomitevole. Soprattutto quando si tratta di pasta, che gli stranieri cuociono neanche fosse un brasato e servono come contorno neanche fosse una caponata. E lo stesso scempio riguarda anche i panini. Compresi quelli che hanno una certa fama, a mio parere totalmente immeritata.

Un esempio per tutti, il croque monsieur. La prima volta che l’ho visto, tutto rinsecchito, non ci potevo credere. Quando poi l’ho assaggiato, ho scoperto che il sapore era peggio dell’aspetto. Eppure, i francesi (che di buona tavola se ne intendono) ne vanno matti. Così come gli americani impazziscono per l’hot dog. E gli inglesi per i sandwiches (quelli piacciono da morire anche a me).

I gusti sono gusti? Bah, anche questa è tutta da vedere. Non a caso, appena gli stranieri calano in Italia sembrano ruminanti. Perché dal cappuccino e cornetto quando si svegliano fino al tiramisù con cui concludono la cena, da noi mangiano ininterrottamente dalla mattina alla sera. Detto questo, vi comunico che in California sono ingrassata: tre chili in 15 giorni. Ma adesso corro lo stesso in mensa e alla dieta ci pensiamo a settembre. O no?

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