La violenza sulle suore

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Si parla tanto di pedofilia nella Chiesa ma non della violenza sulle suore. Lucetta Scaraffia la sta denunciando in giro per il mondo. E da noi? Tutti zitti

Si parla moltissimo di pedofilia nella Chiesa, specie dopo la condanna in primo grado del cardinale Pell, in Australia, un’altissima carica della Chiesa, Prefetto della segreteria economica del Vaticano, membro del Consiglio dei Cardinali, i più importanti consiglieri  del Papa. Ma non si sente una parola sull’altro scandalo, enorme, esteso, e sempre taciuto: gli abusi sulle suore, che ci sono, incredibilmente frequenti, e gravi,  e penosi.

Solo una voce, chiara, autorevolissima, sta denunciando questo scandalo. Lucetta Scaraffia, storica, scrittrice, insieme alle studiose che collaborano a Donne Chiesa mondo, il supplemento mensile  dell’Osservatore Romano da lei diretto. Dopo il numero dedicato alle violenze che le donne nella Chiesa subiscono da sacerdoti e vescovi, tali dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo e i media più importanti hanno dato grande spazio. Qui, invece tutti zitti. (Il Papa vi ha fatto cenno una volta. Ma finora non ci è più tornato sopra).

Qui, nessuno ha reagito, anche se è arrivata, e sta arrivando, una valanga di testimonianze di suore che sono state costrette a subire, e se hanno provato a parlare sono state scoraggiate e minacciate.  Possibile che sia così difficile capire la portata mostruosa di tale denuncia? E le femministe? Dove sono? Sulle passerelle del Metoo? Forse le suore non sono donne? Non hanno diritti?  Si possono violentare in silenzio?

Cito direttamente alcune risposte date al Pais da Lucetta Scaraffia, definita  la gran voz del feminismo in Vaticano. Scaraffia parla degli abusi sulle suore come di un fenomeno vastissimo, più degli abusi sui minori. A proposito dei quali, il Papa ha annunciato che ci saranno delle linee guida per i vescovi, e Scaraffia commenta  “Ci vuole una linea guida perché un vescovo sappia come comportarsi? Non lo sa? Davanti a un sacerdote che ha abusato di un bambino? Un cristiano sta  sempre dalla parte della vittima, non c’è bisogno della linea guida, c’è già il Vangelo. Bisogna lottare  contro una tradizione molto forte nella Chiesa, l’occultamento della verità per salvare l’istituzione”.

Questa rivoluzionaria inflessibile e composta chiede che le commissioni sugli abusi siano formate per metà da donne, più propense a mettersi dalla parte della vittima, rompendo la complicità maschile dei sacerdoti. Il papa e la Chiesa non sono abituati al rispetto della donna. Che ha a tutt’oggi un ruolo subalterno (ed è esclusa dal sacerdozio). Una donna dovrebbe poter ricoprire tutti i ruoli nella Chiesa, ma per prima cosa dev’essere presente nelle commissioni di controllo. Scaraffia chiede vigilanza sui vescovi, che ora sono i controllori, come se fossero sempre innocenti.  Se un cristiano denuncia l’ abuso  di un pedofilo, e il vescovo lo copre? E se è il vescovo che abusa?

Il caso del cardinale Pell dimostra che non è questione di gerarchia, e che questa sopraffazione si pratica anche nei più alti gradi. Il giornalista del Pais le chiede un commento su una frase pronunciata dal Pontefice (che mi addolora e stupisce, così lontana dall’immagine  pura e radiosa che ho sempre avuto di Papa Francesco): Qualsiasi femminismo è un maschilismo in gonnella. Scaraffia risponde: Il femminismo è la ribellione a un ruolo di oppressione che viene dal maschio. Sono cose opposte.

Com’è lunga e sassosa la strada della  parità. Quanti soprusi ancora, quante ingiustizie, quanti silenzi, quanti sacrifici umani. Anche all’interno di una Chiesa che dal Vangelo dovrebbe avere appreso la parità fra gli esseri, e invece continua a discriminare le donne. Mi inchino a Lucetta Scaraffia,  e a quelle come lei che  si battono così generosamente per tutti. 

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