Mai più spose bambine

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Su Confidenze una storia di infanzia negata che risolleva il problema dei matrimoni precoci, ancora in uso in tanti Paesi. Il prossimo 18 ottobre parte anche la campagna di Sms solidali di Amnesty International proprio su questo tema

Ogni anno tredici milioni di ragazze nel mondo sono costrette a sposarsi prima dei diciott’anni con uomini molto più vecchi di loro, alcune sono poco più che bambine a cui viene negata di fatto l’infanzia. Isolate, lontane dalla famiglia di origine e da altre forme di sostegno spesso vengono ridotte a un stato di schiavitù e sottoposte a violenze di ogni tipo.

Lo scorso 2 luglio 2015 il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato la prima Risoluzione di prevenzione e contrasto del fenomeno, dove si ribadisce che i matrimoni precoci e forzati rappresentano una violazione dei diritti umani. Tutti gli Stati sono invitati a prestare la massima attenzione, coinvolgendo l’intera società civile.

Vi parlo di queste cose perché sul numero 41 di Confidenze trovate la sconvolgente testimonianza di Sarah nella storia vera: Un futuro nuovo, raccolta da Gianna Melis. La vita di questa ragazza, nata in Italia da genitori marocchini, è costellata da una serie di pesantissime violenze e sofferenze, perpetrate con il tacito assenso della madre che, quando Sarah sta per compiere diciott’anni, la porta in Marocco ufficialmente per trascorrere le vacanze estive, ma con l’intento di darla in sposa a un uomo con il doppio dei suoi anni.

Non voglio anticiparvi nulla, ma a volte la salvezza arriva nei momenti più insperati.

Vi invito a leggere la storia e vi anticipo anche la campagna di sensibilizzazione Mai più spose bambine che Amnesty International Italia ha indetto dal 18 ottobre al 1 novembre 2015: si può inviare un Sms solidale del valore di 2 euro al numero 45594, per contribuire alla raccolta fondi e sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno.

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