Mina, bella per sempre e senza taglia

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Il successo è diventare invisibili, come ha fatto Mina che si è permessa il lusso dell'assenza, alla faccia di nasi finti e zigomi rifatti

Le giovani si gonfiano come rane, le vecchie si lisciano come padelle, ma la plastica più riuscita è quella di Mina, bella per sempre e senza tagli.

Mentre nel mondo va la sua immagine intatta come la voce, lei sta a casa sua a mangiare i salami e non conosce bilancia. Che gliene importa a lei che faccia ha? Basta che piace a quei quattro che le vogliono bene da vicino.

Questo è essere divini: l’intimità senza testimoni, senza spie, senza evangelisti. Il successo è diventare invisibili.

Noi che andiamo per i salotti tv siamo dei poveracci. O maniaci dell’apparire, o bisognosi.

Mina si è permessa il lusso dell’assenza. Come Greta Garbo, ma nella Garbo c’era lo sdegno per il tempo che passa. In lei no, c’è allegria. Ci ha mostrato il suo miracolo, e ora se lo gode da sola. Mauro Coruzzi (Platinette), è fra i pochi ammessi al suo segreto: “ La sparizione di Mina non c’entra con la paura. È un recupero di ciò che altrimenti avrebbe perduto: restare una casalinga della bassa cremonese. Sarebbe diventata pazza con quella esposizione, la roulotte dei fotografi davanti a casa, fotografata al millesimo della sua esistenza. Non mi parla mai di musica, ma della  torta fritta e della spalla cotta. Benedetta ci sgrida, sovrappeso come siamo. Per me è la mamma di una mia amica. Non  è il canto la sua essenza, è una donna, è una madre. Al suo umorismo basta una parola. A spasso con Benedetta, Mina dà una moneta a un cantante di strada. La figlia: «Colleghi?». Mina: «No». Dopocena guardiamo in Tv un film di Villaggio. Mina lavora a maglia, Benedetta si addormentata sulle sue ginocchia. Lei, sferruzzando: «Ma quanti anni potrà avere Villaggio? Settecento?. Il prodigio è una creatura straordinaria che si comporta come uno di noi. E non è uno di noi».

Quando apparve, Mina era un ufo formato famiglia, piaceva anche ai genitori «è famosa ma per bene»…Finché, il fattaccio: un figlio senza sposarsi! A noi la sua audacia fece battere il cuore, ma i genitori si sentirono traditi. Mia madre: «Io di lei mi fidavo!».

E mio padre: «Cheee? Tornare alle dieci? E se poi fate come Mina?». Si inasprirono i controlli. Mia sorella che era al suo primo amore lo perse.

La televisione la scomunicò, e all’Italia di allora parve che giustizia fosse fatta. Mai così presente come in assenza.

Come l’archeologo trae dalla terra un vaso meraviglioso e si consola del presente, in TV il suo fantasma viene evocato a esorcizzare la bruttezza del tempo nostro. La sua benedizione trascorre in bianco e nero, portando una luce di grazia sui colori pacchiani, lambisce protesi e nasi finti. Assunta in cielo in vita, come una Madonna medievale ci tiene tutti sotto il suo manto. Santa Mina, prega per noi.

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