Missili e Cafonal

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Le stranezze dei vip ci distolgono dall'incubo dei missili coreani e di un nuovo conflitto. E la sigaretta di Belen fa storia

Mentre nei cieli i missili nordcoreani sfrecciano sulle teste dei giapponesi, e non si sa chi c’è dietro e come andrà a finire, e noi siamo i bersagli immobili di un gioco mondiale che si fa sempre più incontrollabile, pensiamo alle sciocchezze, che è forse è un modo per avere meno paura.

Parliamo di Belen, che è meglio. Giorni fa i social si sono riempiti della “notizia” (poi smentita dai diretti interessati): in un volo privato Belen si era accesa una sigaretta nonostante fosse proibito. È scattato l’allarme che ha provocato un atterraggio di emergenza. E quando si è trattato di ripartire, il comandante si è rifiutato di trasportare ancora dei clienti così indisciplinati. La showgirl ha poi fatto sapere che si trattava di una sigaretta elettronica e la compagnia aerea si è persino scusata.

Ma perché tanto chiasso? Perché si trattava di una donna bella e sexy, e quelle fa sempre piacere demonizzarle – se fosse stato Raoul Bova a fumare in volo, non credo sarebbe importato niente a nessuno. Comunque i cosiddetti vip sono spesso maleducati, o come si dice oggi cafonal, perché quando sei una star e tutti ti trattano come una divinità, devi avere un cuore molto nobile per non approfittarne- devi essere Papa Bergoglio, che della gentilezza e della semplicità fa la sua e la nostra gioia.

Ma la maggior parte ci gode a esercitare un potere. Famoso l’episodio di Scarlett Johansson, che dovendo passare una notte a Roma per lavoro, costringe l’inviato della produzione a farle visitare ben quattro alberghi, ispezionando le suites e trovandole tutte inadeguate. Mentre chiedeva al suo accompagnatore di portarla e vederne un altro, il vaffa che gravava da un po’ sulla testa di Scarlett è esploso, e lui ce l’ha mandata, davanti al personale dell’Hotel Plaza, e c’è stato anche un applauso, al quale ci uniamo in spirito. Comportarsi bene, essere amabili è un lusso. Mio padre lo era. Deliziosamente disponibile, si adoprava per gli altri, godeva del piacere altrui, e a un amico che gli diceva ma come fai a essere così gentile, rispose:

«È una cortesia che faccio a me stesso».

Una volta i capricci dei divi in bianco e nero diventavano leggende ed erano per lo più falsi, inventati a tavolino da attivissimi uffici stampa, perché i divi come dice la parola erano dèi, e dovevano essere diversi dagli altri. Oggi l’unica diversità possibile è essere civili, appassionatamente, disperatamente civili, mentre di sopraffazione va morendo il mondo.

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