Parenti serpenti? Istruzioni per l’uso

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Ecco come gestire le riunioni di famiglia evitando screzi e battibecchi. Ce lo racconta Orsolina Guerri nella storia vera "La riunione"

Se c’è un evento che mette a dura prova la tenuta di fidanzamenti e matrimoni questo è il pranzo di famiglia. Quelle occasioni dove ci si ritrova tutti insieme a tavola, fratelli, sorelle, genitori, figli, nipoti cognati, generi, nuore e che più ne ha ne metta, finiscono solitamente per trasformarsi in un calvario dove le differenze, le intolleranze e antipatie vengono a galla come una cartina di tornasole. E quando, dopo essersi volutamente ignorati per tutto il tempo, si torna a casa, in genere si litiga. «Potevi almeno evitare di fare quella battuta…» «eh già perché non lo dici a lei che non perde occasione di lanciare frecciatine…»  sono le frasi tipiche che rimbalzano tra le mura di casa.

Inutile mentire: non sempre i parenti acquisiti ci stanno simpatici, (d’altronde se c’è il detto “parenti serpenti”  un motivo ci sarà). Già si fa fatica ad andar d’accordo con i consanguinei e se poi tra i cosiddetti “affini” non sbocciano le sperate affinità non c’è motivo di farsene una colpa, (come diceva l’avvocato Gianni Agnelli: i cognati non si scelgono). Per non parlare poi delle famiglie allargate, dove districarsi tra ex mogli, figli acquisiti e altri parenti più o meno prossimi equivale a frequentare un corso di diplomazia internazionale.

Tuttavia credo sia profondamente sbagliato porre dei veti e costringere la nostra dolce metà a non frequentare più persone alle quali è comunque affezionata. È un errore trasmettere le nostre antipatie personali a chi ci vive accanto, sperando che le possano condividere con noi e creare così una sorta di “Dynasty” infinita di distacchi e silenzi che si tramanda senza motivo di generazione in generazione.

Un’amica che non tollera la moglie del fratello di suo marito, mi raccontava che per non togliere ai suoi figli la gioia di frequentare i cugini, ha deciso che ogni anno d’estate i ragazzi si trovino per una settimana solo con i rispettivi papà e la nonna, così da trascorrere serenamente una settimana di vacanza insieme. Una soluzione saggia che rispetta le esigenze di tutti.

Se guardo alla mia famiglia di origine, non siamo stati esenti neanche noi da ruggini e frizioni, con il risultato che certi rapporti, non coltivati nell’età giusta, cioé da bambini e ragazzi, sono andati perduti ed è difficile da adulti riallacciare legami se non ci sono ricordi da condividere.

Proprio per questo ho particolarmente apprezzato la storia vera “La riunione” raccolta da Orsolina Guerri e pubblicata su Confidenze, perché, oltre a trattare il tema con la necessaria dose di ironia e il brio consueto all’autrice, ci offre anche una soluzione concreta. Organizzare riunioni di famiglia solo con il nucleo originario, genitori, fratelli, sorelle e nonni, per non perdere affetti importanti che spesso diventano secondari quando ci si crea una nuova famiglia e per ritrovare la stessa complicità di quando si era ragazzi.

 

Confidenze