Propongo una moratoria ai social…

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Ho letto di Fabio volo attaccato sui social perché ha criticato Ariana Grande. E allora dico basta parlare dei commenti sui social. È l'unico modo per fermare il dilagare dalla stupidità

Ti svegli la mattina, sai che la terra su cui poggi i piedi sta facendo un altro passo verso l’abisso, che si avvicina il tempo in cui moriremo di fame e di sete, di gelo o di desertificazione, e che l’unica ad accorgersene sembra una ragazzina di 16 anni, saggia come non sono quelli che reggono il mondo.

Sai che le guerre sono sempre più vicine, che a pochi chilometri si consumano stragi, che vivi in un Paese stremato che si va spopolando, apri il computer e qual è, strillata a gran voce, la notizia del giorno?

Fabio Volo attaccato sui social, perché ha criticato Ariana Grande ! (di cui apprendo l’esistenza in quel momento) che canta in modo provocante invocando il sesso maschile, rivolgendosi a un pubblico di teen-agers. E lui ha detto« ma che c’entra con le ragazzine di 12 anni questo invito triviale a un sesso sfacciato?».  Lo hanno massacrato sui social.

Questa è la notizia che mette a rumore i media. Tutti hanno un’opinione su questo, tutti si scatenato a schierarsi, like, faccetta brutta, viva Volo, a morte Volo… Perché? Dov’è la novità?

È routine, noiosissima routine: quelli si chiamano haters, odiatori di professione, per ciò vivono, invidiando le persone famose e dando il via alla famosa shitstorm per nutrire la rete, sono capaci di dire, per punire Volo, “ti venisse il cancro a te e alla tua famiglia”.

L’enormità è che tutti ne parlino, e amplifichino queste penose manifestazioni. Come se gli Odiatori non avessero uno strumento già potentissimo in mano, gli danno manforte tv, radio, giornali… e la nostra mente si esercita su queste umilianti sciocchezze, e si diventa sempre più ignoranti e cretini. È un gioco degradante. E corrosivo.

Si difende qualcuno solo per atterrare qualcun altro, per nutrire un odio che è solo odio, e ha bisogno del pretesto. C’è gente che ci passa la vita, invece di cercare di viverla.

Ogni giorno i cacciatori (le potenti società che gestiscono la rete) mettono in pista la lepre meccanica, la fanno correre e tutti i cani dietro, invitati ad azzannarla. I sentimenti si fanno istinto brutale. Ma ci sono tanti sport più divertenti!

La colpa è di noi che ne parliamo, che allarghiamo il palcoscenico di questa morte del pensiero e dell’immaginazione, e ne enfatizziamo i non-contenuti. Il pettegolezzo di paese elevato a business.

Propongo una moratoria sui commenti ai commenti dei social. Più ci scandalizziamo più li alimentiamo. Perché tanta pubblicità? Perché dare tanto spazio a queste comari cattive che come parche ignoranti tessono le vite del “vip”, termine in sé ridicolo, che però è il sogno degli haters.

Quando ero piccola al mio paese la mattina al mercato si sussurravano i pettegolezzi sui vicini, che facevano il giro e dilettavano le genti. Ma finiva lì. Adesso, tutta una nazione deve avere un’opinione sull’opinione di Fabio Volo su una cantante che manco conosce, o sulla taglia di Vanessa Incontrada – di recente linciata in rete perché secondo loro troppo grassa. Che smania di potere! Si credono Dio, devono decidere anche la taglia delle persone.

A cosa mira tutto questo? A una vasta violenta censura. Vogliono chiudere le bocche, vogliono zittire tutti, e parlare solo loro. Di che? Se il loro unico argomento è dire “state zitti! (e giù maledizioni e parolacce)” a tutti quelli che hanno un po’ di fama? E intanto, la storia ci passa al fianco, e fa di noi quello che vuole. Nessun dittatore finora era riuscito a ottenere in pochi anni un così magnifico ringhioso volontario  rincretinimento di massa, l’anestesia totale.

Dicono che questo esprimersi collettivo faccia parte della democrazia. Ma quale democrazia, se loro sono milioni contro uno, e gli si scagliano addosso tutti insieme?

Propongo una moratoria sui commenti più stupidi, perversi, malvagi, volgari dei social. Finché continuiamo a parlarne i social siamo noi, siamo i loro migliori agenti.  Patetica (come quando porto la borraccia invece della plastica sperando di scongiurare di un milionesimo di secondo la catastrofe), faccio voto di mai più cadere nella trappola di commentare i commenti dei social, di mai più permettere questa occupazione abusiva del mio suolo mentale.

E continuo a stupirmi di quanto geniali e idioti siamo noi umani, che abbiamo il genio per inventare il più grande strumento di comunicazione mai esistito, e lo usiamo  da uomo di Neanderthal, per pigliarci a mazzate.

Confidenze