Santità, rimandi il Giubileo

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Dopo Parigi, al completo successo dei terroristi manca solo il trofeo di Roma, culla della cristianità. Ecco perché scrivo a Papa Francesco: non consegni la nostra città al massacro dell'isis

Santità, la sera di venerdì 13 novembre ero in casa, mia figlia suonava il piano, io ritagliavo delle figure per un album, poi qualcuno ha acceso il televisore. E nella nostra serata di un ‘800 immaginario hanno fatto irruzione le immagini di Parigi assediata, le bombe, gli spari, il panico, le 100 persone sequestrate, le uccisioni a catena. Altrettanto terrificanti erano i commenti. I giornalisti sembravano accompagnare un evento sportivo, non una frase sentita, non un’emozione per le vittime, un orrore vero per la carneficina che era in atto. I commentatori stavano amministrando la comunicazione, esaminavano un “prodotto”,  ma l’enormità dell’inadeguatezza la toccavano gli uomini di stato, quelli che decidono per noi, quelli che dovrebbero salvarci.

Holland, piagnucolone, insignificante, “Una cosa orribile…” (ah davvero?), o un cauto Obama. Tutti come rassegnati, nessuno che abbia gridato di paura, o di indignazione vera, o che abbia mostrato di avere una minima idea di strategia di reazione, salvo deboli e vaghe minacce agli assassini, tutti servivano da contorno al trionfo dei terroristi. I quali hanno fatto il loro grande spot.

Questi feroci specialisti della comunicazione, si sono presi un bel palcoscenico per colpire il mondo. Ci sono riusciti. La critica occidentale è stata tutta favorevole: “Grande organizzazione…. hanno superato se stessi….”. Ecco. Allora la paura si raddoppia. Vediamo con certezza che nessuno è preposto alla nostra salvezza, né alla propria. Parlavano tutti come da già sconfitti, stavano incoronando i terroristi.

Perché le scrivo? Perché lei è l’unico uomo della verità. Lei è l’unica speranza. Non ho da dirle nulla di originale, unisco la mia voce alle tante che la stanno supplicando della stessa cosa: fermi il Giubileo. Il Giubileo, ora, in una città già disastrata e venduta alla criminalità, offrirebbe  all’Isis il palco più ambito del mondo. Offrirebbe al massacro Roma, la preda più agognata dall’Islam terrorista, il cuore della cristianità, con l’evento simbolicamente più importante. Roma diventerà una polveriera. Chi controllerà 3 milioni di persone? Cosa sarà di noi che ci abitiamo? Non sono credente, ma la considero un uomo santo, e un grand’uomo. Non ci consegni alla catastrofe. Al completo successo dei terroristi manca solo il trofeo di Roma. Lei è il riscatto della Chiesa. Riscatti anche noi. Non ci offra come vittime.

 

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