Canta che ti passa

Natura
Ascolta la storia

C'è una verità scientifica dietro a questo modo di dire. La musica non solo influenza umore ed emozioni, ma aiuta anche a migliorare la salute del corpo, almeno in tre modi

Tutti abbiamo sperimentato almeno una volta il potere che ha la musica di influire sugli stati d’animo. Da bambini, le filastrocche che ci cantavano la sera riuscivano a calmarci e a farci addormentare, oggi la coda nel traffico diventa meno irritante se l’autoradio passa qualche motivo piacevole. E anche il malumore di una giornata grigia se ne va più facilmente quando intercettiamo una melodia ritmata e un po’ festaiola.

 

L’esperienza fa spesso da apripista a quello che la scienza poi dimostra. Le ricerche hanno confermato tanti effetti positivi della musica, che la maggior parte di noi ha conosciuto per caso e poi imparato a ricercare e ricreare. Non solo esistono evidenze a favore dei vantaggi che certe atmosfere esercitano sulla sfera psicoemotiva, ma è ormai documentato che la musica può migliorare anche la salute del corpo.

 

L’apparato cardiovascolare è tra i distretti più sensibili all’influenza delle armonie sonore. L’ascolto della musica classica tende ad abbassare le pressione arteriosa e a normalizzare il battito del cuore. Se anche a te capita che “minima” e “massima” si alzino sopra i livelli di guardia, sappi che  in base a uno studio della Oxford University, risalente a un anno e mezzo fa, tra i brani più utili per riequilibrarle compaiono l’aria Nessun Dorma della Turandot di Puccini e l’adagio della Sinfonia N. 9 di Beethoven. Le composizioni di Mozart producono risultati analoghi, come si sa da tempo.

 

La musica contribuisce anche a mitigare il dolore. Il sollievo per chi soffre di artrite, fibromialgia o altri disturbi dolorosi, arriva soprattutto dai motivi musicali preferiti. Il piacere che si prova grazie alla musica distrae la mente, interferendo con gli impulsi nervosi coinvolti nella percezione del dolore.

 

Sul cervello le note incidono anche in un altro modo: ascoltare, suonare e intonare melodie sono attività protettive della memoria. Moderne applicazioni della musicoterapia usano proprio il canto di brani semplici persino per rallentare la progressione del morbo di Alzheimer.

 

Al di là di benefici specifici, la musica è una risorsa passpartout che aggiunge tocchi di bellezza alle nostre giornate. E’ un mezzo per prenderci cura di noi e già questo può farci stare meglio. Anch’io ho il mio rituale di benessere sonoro: una playlist di brani che mi piacciono e che aziono di mattina, in cuffia, mentre mi dirigo verso lo studio. La giornata così inizia con la nota giusta.

 

Confidenze