Quasi un incidente

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Ecco il PodCast della storia vera Quasi un Incidente, uscita su Confidenze in edicola. Lo legge per noi l'autrice: Elena Vesnaver

Non saprei come descrivere in altro modo l’incontro tra me e Amine. Il nostro amore è stato più forte delle distanze geografiche e culturali che ci separavano.Una vittoria che ci ha anche regalato un San Valentino indimenticabile

 

Storia vera di Olesia Ladygina raccolta da Elena Vesnaver

 

La cosa che mi piace di più?  Viaggiare. Sai, devo essere nata proprio con quel carattere, oppure sarà stato perché mio papà è morto presto e le amiche me lo dicevano sempre che io non avevo stabilità visto che non avevo avuto un padre.

Forse. Però a Mosca fa freddo, perché allora non andarmene ogni tanto? Il paese che preferisco? Tutti quelli nel bacino del mediterraneo. Li ho visitati e ho conosciuto persone fantastiche,  ho fatto tante, bellissime amicizie.

E poi il clima, mamma mia, te l’ho detto che in Russia fa freddo e deve essere per il freddo che è più difficile essere aperti verso gli altri, essere, come ti posso dire, disponibile, ecco, disponibile.

Insomma, ero soddisfatta della mia vita, sul serio. Mi mancava qualcosa, però, qualcosa che non si compra con i soldi, che anche se hai un bel lavoro e libri e viaggi e amici… Quella cosa lì continua a mancarti, è come un  buco nell’anima, un buco piccolo, ma più che sufficiente a renderti  ogni giorno un po’… Aspetta, non so la parola… Arida? Ecco, arida.

Mi stavo stufando degli anni che passavano senza scosse e senza emozioni.

C’è una canzone italiana, non mi  ricordo chi la canta: a un certo punto il testo dice qualcosa a proposito del desiderio di innamorarsi, di stare male perché il protagonista, capisci, è stufo della sua vita piatta dove non succede mai niente. Io uguale.

Nel 2013 ho deciso di visitare il Marocco. Che viaggio magnifico quello! Mi sono innamorata di ogni angolo di una terra meravigliosa: quei  giorni me li sono vissuti e goduti attimo per attimo e forse per questo, al momento di partire, mi sono smarrita.

C’ero io con il mio trolley in mezzo  all’aeroporto di Casablanca e non riuscivo a trovare il gate; io, che sono abituata a viaggiare, me ne stavo là come una stupida. Le scritte andavano troppo veloci, poi c’erano quelle in arabo: a un certo punto ho

avuto paura di perdere l’aereo e dopo sì che sarei stata nei guai.

Mi stavo già facendo prendere dal panico quando ho sentito una  voce, una voce che parlava inglese; che sollievo.

 

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