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Nuove regole per l'assegno di divorzio: sei d’accordo?

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Con la sentenza della Cassazione Civile (n. 11504 del 10 maggio 2017) si apre una svolta epocale in materia di assegno di divorzio. D’ora in poi, stabilisce la Cassazione, conta il criterio dell’indipendenza o autosufficienza economica, e non più il tenore di vita goduto durante il matrimonio, nella definizione dell’assegno divorzile al coniuge che lo richiede.

Dice infatti la sentenza che “ …il rapporto matrimoniale si estingue definitivamente sul piano sia dello status personale dei coniugi, i quali devono perciò considerarsi da allora in poi “persone singole”, sia dei loro rapporti economico-patrimoniali (art. 191, comma 1, cod. civ.) e, in particolare, del reciproco dovere di assistenza morale e materiale; fermo ovviamente, in presenza di figli, l’esercizio della responsabilità genitoriale, con i relativi doveri e diritti, da parte di entrambi gli ex coniugi” .

Il diritto all’assegno di divorzio è quindi condizionato dall’accertamento giudiziale della mancanza di mezzi  dell’ex coniuge richiedente l’assegno o della sua impossibilità a procurarseli per ragioni oggettive.

Tradotto in soldoni, se la moglie non lavora e dimostra di non essere in grado di provvedere da sola a se stessa, il giudice stabilisce un assegno di mantenimento commisurato però ai criteri di autosufficienza e non più al tenore di vita matrimoniale precedente. Se invece il coniuge è economicamente indipendente non spetta alcun assegno di divorzio (altra cosa sono i figli e l’obbligo di mantenimento per questi ultimi).

È la fine dell’era delle mantenute e dei divorzi miliardari?

In molti (presumo uomini) tireranno un sospiro di sollievo, ma immagino che ci sarà un’impennata di nuove cause di divorzio, sdoganate ora dallo spauracchio di dover mantenere la ex-moglie nello stralusso. Una curiosità: la sentenza della Cassazione è frutto della causa di divorzio tra l’ex-ministro Vittorio Grilli (ministro dell’economia ai tempi del Governo Monti) e la moglie Lisa Caryl Lowenstein che si è vista negare appunto l’assegno di mantenimento.

Le nuove regole faranno sicuramente discutere a lungo perché introducono un cambiamento importante nella nostra società, indotto anche dal diverso stile di vita che ormai molte coppie italiane conducono, dove la moglie lavora contribuendo al reddito familiare e godendo di una propria indipendenza economica.

Natuaralmente non tutti i casi sono uguali e il legislatore dovrà anche tenere conto della disparità  di condizioni tra Nord Italia e Sud Italia (dove la percentuale di donne che lavorano è inferiore). Per questo vi chiediamo di esprimere il vostro parere: siete d’accordo con le nuove regole dell’assegno di divorzio?

 

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