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Troppe parolacce ti danno fastidio?

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Questa settimana su Confidenze ne Le risposte dell’anima parliamo di parolacce, un fenomeno di costume ormai molto diffuso nella nostra società, sdoganato dalla televisione e dai politici che nei dibattiti se le suonano a colpi di epiteti irripetibili (e c’è chi sullo slogan del turpiloquio ci ha costruito anche un movimento politico).

Basta seguire uno degli innumerevoli talk show serali per rendersene conto, con ospiti che vengono invitati apposta perché con il loro linguaggio “colorito” movimentano la trasmissione. L’unica offesa (fortunatamente) non ancora sdoganata è la bestemmia: qualcuno si ricorderà la fine che fece l’attore Leopoldo Mastelloni quando nel 1984 pronunciò una bestemmia in diretta tv sulla Rai: venne bandito da ogni trasmissione (e con lui la conduttrice Stella Pende) e non mise più piede in tv.

Se oggi si dovesse applicare la stessa regola a chi si insulta in diretta infarcendo il linguaggio di particolari anatomici e anatemi generazionali, credo che gli studi di tante trasmissioni resterebbero deserti.

Così anche per i genitori diventa sempre più difficile trasmettere ai figli l’importanza di “non dire le parolacce” contornati come siamo da una società che sembra confermare il contrario e che considera “antiquato” tutto ciò che è sinonimo di “educato”.

Tra gli psicologi c’è chi sostiene che la violenza verbale sia un sostituto della violenza fisica e che quindi vada assolta, altri ritengono invece sia un mezzo per rafforzare un concetto, un’idea. Ma sinceramente a volte di certi discorsi resta in mente proprio solo l’epiteto irripetibile, l’insulto gratuito e volgare. E voi cosa ne pensate? Rispondete al nostro sondaggio: “Troppe parolacce ti danno fastidio?”.

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