Samanta e Debora Togni: «Noi, sorelle diverse, ma molto unite»

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A parte l’affetto che le unisce e la passione per la danza, #lesorelle Samanta e Debora Togni non hanno tanto in comune. Ma hanno affrontato complici e tenaci le sfide di Pechino Express

Samanta, ballerina e storica maestra di Ballando con le stelle, ha girato il mondo fin da giovanissima. Mentre Debora non si è mossa dalla sua Umbria e ama i lavori manuali. Eppure, nonostante abbiano caratteri diversissimi, le sorelle Togni hanno affrontato insieme l’avventura di Pechino Express, programma cult di Sky, prodotto da Banijay (in streaming anche su Now), condotto da Costantino Della Gherardesca.

Come nasce l’idea di partecipare insieme a Pechino Express?

Samanta: «È uno dei programmi più belli che si possano fare e nessuno più di mia sorella era la persona giusta con cui affrontarlo. Infatti, è stato bellissimo partire con lei. Ci ha unite ancora di più, anche se discutevamo sempre. Pure di notte, perché io russo».

Debora: «Ho accettato subito, ma non pensavo che fosse così tosto. Durante la prima puntata ci siamo dette: “Ma chi ce l’ha fatto fare?”. Poi, però, è andata veramente bene, tanto che lo rifarei».

Siete partite dalle Filippine e avete attraversato la Thailandia con il Nepal come meta finale. Quale Paese vi attirava di più?

Samanta: «Sicuramente le Filippine e il Nepal, dove non ero mai stata. Ma mi sono piaciuti molto il senso di spiritualità e l’ospitalità di tutte le popolazioni incontrate».

Debora: «Ero curiosa in generale, perché non avevo mai visitato nessuno di questi Paesi. Ma ho amato particolarmente le Filippine. Mi ha colpito la generosità della gente, nonostante abbia così poco».

Parliamo un po’ di voi. Siete sorelle da parte di madre e tu Samanta sei nata quando Debora aveva otto anni. Com’è andata fra voi?

Samanta: «C’era una bella differenza di età e per lei ero una scocciatura. In più, ero veramente bruttina e Debora si vergognava a portarmi in giro. Ma io volevo sempre stare con lei, anche se appena poteva mi “smollava”».

Debora: «Ero delusa perché mi avevano detto che sarebbe nato un maschio. Poi, a 12 anni Samanta è sbocciata e ho iniziato a portarla con me in discoteca (ci vado ancora) e al mare».

Il ballo era una passione comune?

Samanta: «Sì. Mia sorella era bravissima, vinceva tante gare e io la ammiravo. È lei che mi ha ispirato. Dopodiché, sono andata negli Stati Uniti e abbiamo avuto vite diverse. La quotidianità è cambiata. Ma non l’affetto, che è rimasto sempre lo stesso».

Debora: «Mi piaceva ballare e giocavo anche a calcio. Poi, ho fatto altro. Adesso, in estate lavoro come bagnina e mi piace tantissimo. Invece, in inverno mi trasformo in “muratora” (mi occupo di ristrutturazioni) e insegno in palestra».

È vero che avete caratteri opposti?

Samanta: «Siamo diverse, ma ci uniscono i valori di base: lealtà, radici, rispetto».

Debora: «Lei è più testarda e più sicura di sé. Mentre io a volte mi perdo».

Partire cos’ha significato per voi?

Samanta: «È stato terapeutico. Anche non avere un telefono a portata di mano è servito. Noi viviamo sempre distratti, non abbiamo il tempo di connetterci con noi stessi. Ecco, questo viaggio mi ha permesso di farlo».

Debora: «Ho capito di essere forte e ho ritrovato una sicurezza che la vita mi aveva fatto perdere. Adesso mi piaccio, perché ho finalmente recuperato la mia autostima».

Il momento più difficile?

Samanta: «Alcune prove con i cibi locali impossibili. Dover bere sangue di pollo (la cosa più schifosa assaggiata in vita mia, dopo sono stata malissimo). E ingurgitare un piatto a base di rane piccanti per colazione, alle sette del mattino».

Debora: «Dopo aver bevuto il sangue di pollo bisognava salire una scalinata di 306 gradini. Prima del viaggio ero molto schizzinosa e intollerante all’aglio. Invece, ho mangiato di tutto. Chi l’avrebbe mai detto?».

Il paesaggio che vi ha colpito di più?

Samanta: «In Thailandia, un villaggio in collina con case costruite su palafitte».

Debora: «È vero, quella è stata la tappa più bella. Tutto era avvolto da un’atmosfera magica, fuori dal tempo».

Cosa avete imparato vedendo mondi tanto diversi dal vostro?

Samanta: «Il diverso spaventa. Ma riuscire a comprenderlo mi ha fatto tornare a casa cresciuta».

Debora: «Che la felicità non dipende da quanto hai».

Cosa vi è mancato?

Samanta: «Le persone care, anche se sapevo che le avrei riviste. E poi, dormire bene e una vera doccia».

Debora: «I miei animali (ho due cani e tre gatti). La mia colazione con toast e marmellata dolce, per me il pasto più importante. In viaggio mangiavamo solo riso. Però, ho vissuto al massimo».

Che effetto vi ha fatto rivedervi in televisione?

Samanta: «Bellissimo. Mentre vivi, alcune cose ti sfuggono. Rivedendoti, ritrovi le stesse sensazioni provate. Poi, mi dico che siamo state brave, abbiamo saputo reagire alle difficoltà. Sono anche contenta di aver dato un’immagine diversa di me: non sono solo la ballerina con tacchi e paillettes. Debora e io siamo rustiche, proveniamo da una famiglia di origini contadine».

Debora: «Sono d’accordo: la vera Samanta è giù dai tacchi. Io non ho bisogno di scendere, perché non li metto mai. Rivedermi in tivù è stato emozionantissimo. È la mia prima volta, mi sono piaciuta e domandata: “Quella sono davvero io?”».

Dopo questo viaggio avete deciso di cambiare qualcosa della vostra vita?

Samanta: «Ho cambiato l’approccio verso molte situazioni. Mi sono rimessa al centro del mondo. Niente succede per caso. Ho pensato molto anche al mio matrimonio (è sposata con il chirurgo plastico Mario Russo, ndr). Il periodo non è roseo, quindi ho analizzato gli aspetti che non funzionano, ho fatto chiarezza. Sicuramente non tornerò a vivere a Dubai e come base terrò l’Italia. Sul resto vedremo».

Debora: «Non voglio mai più avere sfiducia in me stessa ed esigo rispetto. Ora mi sento più forte e determinata».

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Intervista di M. G. Sozzi pubblicata su Confidenze n 18/2025

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