Vino rosso: antiossidante cardiaco o inganno nutrizionale?

Natura
Ascolta la storia

Tra molecole benefiche e insidie alcoliche, questa è la sorprendente verità che potrebbe rivoluzionare il tuo bicchiere quotidiano.

E’ tipicamente celebrato per i suoi presunti benefici cardiovascolari, un concetto reso popolare prima dal detto “il vino fa buon sangue” e, in anni recenti, dal cosiddetto “paradosso francese”. In Francia, infatti, nonostante un’alimentazione ricca di grassi saturi (hai presente i loro squisiti formaggi?) e un consumo regolare di vino, si registra una prevalenza relativamente bassa di malattie cardiache.

Questa considerazione merita, però, un’analisi un po’ più approfondita: il vino rosso è realmente un elisir di lunga vita o si tratta di un mito amplificato dalla tradizione culturale e da ragioni commerciali di paesi, come l’Italia e la stessa Francia, che sono grandi produttori di vino?

Alla base dei supposti benefici del vino rosso troviamo i polifenoli, composti bioattivi presenti nella buccia dell’uva. Tra questi, spiccano resveratrolo, quercetina e procianidine. Il resveratrolo, in particolare, è noto per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Studi di laboratorio indicano che questa sostanza può attivare la proteina SIRT1, legata ai processi di longevità cellulare e alla protezione cardiovascolare. Tuttavia, le quantità di resveratrolo presenti in un normale bicchiere di vino sono estremamente ridotte rispetto a quelle utilizzate negli studi clinici: si parla di microgrammi contro milligrammi. Tradotto: per ottenere gli effetti benefici riscontrati in laboratorio una persona dovrebbe consumare litri di vino al giorno, un’assunzione non solo impraticabile, ma anche dannosa.

Eh, sì, perché, oltre ai polifenoli, il vino rosso contiene una quantità significativa di alcol etilico, come è noto. Se da un lato l’alcol esercita un effetto vasodilatatore a breve termine, migliorando temporaneamente il flusso sanguigno, dall’altro introduce rischi considerevoli. L’Organizzazione mondiale della sanità, nel suo Global Status Report on Alcohol and Health del giugno 2024, mette in guardia dai pericoli dell’alcol: è classificato come cancerogeno di classe 1 ed è correlato a diverse forme di tumore, tra cui quelli al fegato, al seno e al tratto gastrointestinale. All’OMS fa eco l’ISS, il nostro Istituto superiore di sanità: nel suo Rapporto annuale 2024, ribadisce che anche un consumo moderato di alcol può danneggiare il fegato, aumentare il rischio di steatosi epatica e promuovere l’infiammazione sistemica.

Il paradosso francese è stato messo in discussione da studi recenti, che suggeriscono come i benefici cardiovascolari attribuiti al vino siano in realtà legati alla dieta mediterranea e a uno stile di vita attivo, piuttosto che al consumo di vino. La dieta dei francesi, infatti, è ricca di verdure fresche, pesce e grassi sani come l’olio d’oliva, elementi che da soli contribuiscono significativamente alla protezione cardiovascolare.

Altro aspetto cruciale è la quantità. L’OMS raccomanda di non superare un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini (Global Alcohol Action Plan 2022-2030), ma anche questa soglia non è priva di rischi. Alcune ricerche suggeriscono che persino dosi moderate possono aumentare il rischio di sviluppare patologie croniche, specialmente in soggetti con predisposizioni genetiche o condizioni preesistenti. L’ISS, nello specifico, ricorda che non c’è una soglia di sicurezza: il rischio parte da zero e aumenta al crescere delle quantità consumate. Inoltre, l’effetto dell’alcol varia fortemente in base all’età, al sesso e allo stato di salute generale.

Per chi desidera beneficiare dei polifenoli senza i rischi dell’alcol esistono ben più valide alternative. Uva rossa, succo d’uva non zuccherato, frutti di bosco, melagrana e tè verde sono eccellenti fonti di antiossidanti. A differenza del vino, non comportano rischio alcuno per la salute. Anzi, sono carichi di benefici aggiuntivi.

In conclusione, il vino rosso certamente apporta (pochi) composti bioattivi benefici, ma l’alcol ne limita i vantaggi e introduce rischi che non possono essere ignorati. Le evidenze scientifiche suggeriscono che una dieta ricca di polifenoli può essere cardioprotettiva anche senza alcol, privilegiando fonti alimentari più sicure e prive di effetti collaterali. Se l’obiettivo è proteggere il cuore e migliorare la salute, la scelta intelligente è quella di concentrarsi sui vegetali freschi, riservando il vino rosso a un piacere occasionale piuttosto che a un’abitudine quotidiana.

Confidenze