È una sindrome cronica in cui il cuore non riesce a pompare sangue a sufficienza per soddisfare le necessità dell’organismo. Lo scompenso cardiaco, o insufficienza cardiaca, colpisce circa il 2% della popolazione adulta nei paesi occidentali, ma dopo i 70 anni la prevalenza arriva a superare il 10%. In Italia si stimano oltre un milione di pazienti.
Nei soggetti con oltre 65 anni l’insufficienza cardiaca è una delle principali cause di ricovero. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è circa il 50%, pari a quella di molti tumori. Affanno, stanchezza, edemi sono i sintomi principali, mentre le conseguenze includono limitazione dell’autonomia, frequenti riacutizzazioni e ricoveri, nonché impatto psicologico e costi sanitari elevati.
Insomma, se ancora non sei giunta da sola alla conclusione, te lo dico esplicitamente: lo scompenso cardiaco è una condizione che merita di essere prevenuta con ogni sforzo possibile. Ti spiego allora quali sono le strategie evidence-based, ovvero basate sulle evidenze scientifiche, per ridurne il rischio.
1. Alimentazione cardioprotettiva Una dieta adeguata può ridurre in modo significativo l’incidenza di scompenso cardiaco. Il complesso delle ricerche, incluso uno studio recentemente pubblicato sull’European Journal of Heart Failure, segnala che un’alta aderenza alla dieta mediterranea si associa a una riduzione del rischio di scompenso fino al 30%. Il merito? La sua ricchezza in fibre, antiossidanti, grassi insaturi e il basso apporto di alimenti confezionati, ultraprocessati, zuccherati, ipercalorici. Il problema? In Italia la dieta mediterranea non la segue più quasi nessuno. Devi anche preoccuparti di ridurre il sale, come invitano a fare le linee guida per la prevenzione e gestione dello scompenso: un’assunzione eccessiva (superiore a 5 grammi al giorno) favorisce l’ipertensione e la ritenzione idrica. Gli italiani consumano mediamente 10 grammi di sale al giorno, il doppio del massimo raccomandato.
2. Attività fisica regolare Secondo l’OMS e l’American Heart Association, almeno 150 minuti di attività aerobica moderata (come la camminata veloce) o 75 minuti di attività più vigorosa (corsa, bici veloce, nuoto), ogni settimana, riducono il rischio cardiovascolare complessivo e migliorano la funzionalità cardiaca. Nel Framingham Heart Study, livelli elevati di fitness erano collegati a una riduzione del 37% dell’incidenza di scompenso cardiaco rispetto ai soggetti sedentari. Anche solo 20-30 minuti di cammino al giorno sono efficaci, purché svolti con costanza.
3. Controllo dei fattori di rischio Obesità e sovrappeso, ipertensione, diabete, colesterolo e trigliceridi alti, abitudine al fumo sono tutti importanti fattori di rischio che stendono un tappeto rosso all’insufficienza cardiaca. Riduci la massa grassa viscerale, mantieni la pressione arteriosa su livelli inferiori a 130/80 mmHg, tieni sotto controllo la glicemia, abbassa il colesterolo e smetti subito di fumare. Se da sola non riesci, non esitare a chiedere aiuto a medici, nutrizionisti, farmaci e nutraceutici.
4. Integratori a supporto della prevenzione E, a proposito di nutraceutici, alcuni hanno effetti positivi documentati nella prevenzione dello scompenso e nella riduzione della mortalità cardiovascolare. Tra quelli che più raccomando ai miei pazienti ci sono omega 3 (EPA e DHA), coenzima Q10, magnesio e polifenoli quali resveratrolo e quercetina, da assumere anche a cicli di alcuni mesi intervallati da altri di sospensione.
Lo scompenso cardiaco rappresenta una sfida crescente, ma è in gran parte prevenibile. L’evidenza scientifica conferma che un sano stile di vita è in grado di ridurre in modo significativo il rischio di svilupparlo. Agire oggi, anche con piccoli cambiamenti quotidiani, vuol dire proteggere la salute del proprio cuore per gli anni a venire.
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