Anna Karenina si butta sotto un treno, e le sta bene

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Una dissacrante rilettura del romanzo di Lev Tolstoj dalla penna corrosiva di Barbara Alberti

Una lettura per l’estate: Anna Karenina – eh, che novità! Sì, se lo si rilegge con occhi nuovi, tenendo conto che il suo autore, Lev Tolstoj, è il più grande misogino di tutti i tempi.

Solo un genio della misoginia come lui poteva inventare un’eroina così indigesta. Anna alla fine si butta sotto un treno, e le sta bene.

È venuta a Pietroburgo per aggiustare il matrimonio del fratello, invece rovina il proprio. Ballando si innamora di Vronskij, per lui lascia il marito e il figlio.

La società assolve lui e condanna lei, e lei si vendica: su di lui. Dopo il suicidio di lei, il pover uomo partirà per la guerra sperando di morire, per espiare. Ma cosa, se è un martire?

Fin dalla prima volta che vanno a letto, Anna piange, e dài, aspetta la seconda! No, subito. E non la smette più. Vuole diventare un rimorso, vuole che ogni volta che lui la guarda veda la donna caduta, e si senta un bastardo.

Ma se era così perbene, Anna non ci si doveva mettere. Ha fatto il passo più lungo della gamba: non ha la statura dell’amante, non è all’altezza, l’amore non sa nemmeno dove sta di casa. Ha il monopolio del dolore, di tutto ha colpa il suo amante. Va avanti a morfina, e ringalluzzita dalla droga, sfoga la sua invidia.

Sì, è invidiosa di Vronskij. Non solo perché viene ricevuto da quella società che la respinge, ma anche dell’amore che sente per lei, e che lei non prova.

A lei Vronskij sacrifica l’esercito e la sua fervente ambizione, si riempie di debiti, si spara (ma per disgrazia sua si salva) e mai un rinfaccio. Anna invece non fa altro. Per i dispiaceri lui perde i capelli e perfino i denti: gli ha succhiato tutto. Vronskij non è solo buono. È un santo da calendario. Anna un’oziosa capace di fare solo del male, in tutto il romanzo oscilla fra il malanimo, il tedio e il ricatto.

Alla fine si suicida per rovinare lui, e ci riesce.

Terribile sorte degli amanti che non si amano più, condannati a sostenere davanti al mondo la commedia di una passione spenta. Anna non muore d’amore, ma di noia.

Confidenze