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Cuore
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Vi racconto la storia di Ninon de Lanclos, una delle luci più fulgide alla corte del Re Sole. Nobile e ricca, amava liberamente, senza pretendere giuramenti di fedeltà

Per l’inizio del Nuovo anno, l’augurio migliore mi sembra rievocare Ninon de Lenclos, l’amante più longeva d’Occidente. Non solo perché visse a lungo, ma perché si dedicò all’amore fino alla fine.

L’ultima storia la ebbe a 80 anni con un coetaneo, che ruppe con lei perché lo aveva tradito. In seguito, morendo disse: «Forse in cielo si ama ancora».

Ninon visse in Francia nel XVII secolo, fu una delle luci più fulgide alla corte del Re Sole. Nobile e ricca, amava liberamente, senza pretendere o fare giuramenti di fedeltà. Era la donna più spiritosa di Francia,

i suoi motti venivano ripetuti a corte e in ogni salotto di Parigi. Allora non c’erano i social, ma il tam-tam di una società colta e pettegola diffondeva detti e pettegolezzi in un istante. C’era una spregiudicatezza, allora, che nessuna rivoluzione sessuale moderna potrà mai uguagliare. Una delle sue relazioni più durature fu quella col marchese di Sévigné, marito della famosa madame de Sévigné, passata alla storia per le sue lettere, che scriveva  a migliaia e migliaia.

Era una vera grafomane maniacale, il marito diceva “Per forza che la tradisco! Mia moglie mi fa dormire solo, anche di notte scrive, scrive, al letto preferisce lo scrittoio, e io le preferisco madame de Lanclos”. Quando la relazione finì, Ninon diventò l’amante del figlio. La marchesa di Sévigné, famosa anche lei per la sua ironia micidiale, commentava: «Io e madame de Lanclos siamo parenti di primo grado: lei è mia nuora, e la moglie di mio marito».

Ninon faceva della volubilità uno dei suoi fascini: quando si innamorava, prometteva di non promettere, e lo stesso pretendeva dall’altro. Ma ecco che arrivò il tenebroso conte Fieschi, appassionato e geloso, che non gradiva “questi scherzi francesci, e riuscì a renderla fedele per più di due mesi – un record, per lei – e poi, dopo averla domata, la tradì con un’altra.

Lei si disperò, senza rinunciare alla battuta «Ah che ebbrezza! Finalmente ho conosciuto anch’io i dolori dell’amore». Rideva davanti agli altri, ma cercò di bere il veleno. Fu salvata, e tornò al suo inesauribile ballo d’amore. Ed eccola a più di 60 anni (60 di allora, mica di oggi che son tutte belle, nel ‘600  una donna di quell’età veniva considerata decrepita), amante del ragazzo più bello di Parigi, cui stava appena spuntando la barba.

Ninon era una tale illusionista erotica che nessuno si accorgeva di avere davanti una nasona dal seno piatto. Era una racchia, Ninon, ma la sua arte amorosa era così perfetta e sapiente che riuscì a curarsi di tre generazioni di maschi della nobiltà francese del suo tempo. Irresistibile a letto, irresistibile nel conversare, ancora a 70 teneva allegro un amante di 18, e fu lei a lasciarlo. Buon anno a tutte noi.

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