Contro l’amore di Robert Poulet

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Che cos’è l’amore? Che cos’è il desiderio? E la passione? Il libertinaggio? Da un saggio del 1961 le risposte

“Ahimè, quando la coppia predestinata fra tutte finalmente si forma, nonostante gli ostacoli, non si assiste tanto spesso alle delizie e blandizie che prometteva il bramato evento, al quale la fatalità stessa si era dedicata. In genere la passione vittoriosa finisce in un divorzio. Si desiderava follemente una certa persona, e quella che si possiede è un’altra. Pochi sono i cuori appassionati che perdonino all’essere amato di non somigliare per nulla all’immagine che se ne formavano, e che del resto era inseparabile da una certa inaccessibilità, ora svanita.

Ti amo in astratto, perdutamente, ma se tu scendi al concreto, perdi il beneficio della mia entusiastica cecità. Devi fare i conti con me da persona a persona, mentre la tua immagine non mi doveva nulla, essendo cavata dalla mia stessa sostanza e modellata dai miei desideri, impastata di puro nulla”.

L’amore, questo sconosciuto sentimento (al di là del bene e del male, come la guerra, per dirla alla Nietschiana maniera), è un fatto appurato, tangibile o un discorso, un’ipotesi, una rivendicazione di stampo romantico dai tratti quasi circensi?

Che cos’è l’amore? Che cos’è il desiderio? E la passione? Il libertinaggio? Gli aggettivi “convenzionale” e “coniugale” lo tramortiscono o lo elevano dalla sua condizione abbozzata di stato nascente?

Robert Poulet, giornalista, poeta, romanziere e drammaturgo belga, pubblicò questo sconcertante, scomodo, stonatissimo volume nel 1961. Tutto quello che mai vorremmo sentirci dire sul motore che muove il sole e tutte le altre stelle (qui scomodiamo anche Dante) qui è non solo scritto ma anche riscritto e sottolineato. Per amare bisogna essere intelligenti, ci dice Poulet. Bisogna essere pazienti. Soprattutto, bisogna imparare una cosa: e cioè che l’amore che dobbiamo imparare a desiderare e riconoscere come tale non può essere quello delle canzoni malinconiche e disperate, non può essere quello di Romeo e Giulietta o di Otello e Desdemona. No. L’amore vero non è quello che finisce sempre sul più bello lasciandoci con l’anima lesionata e infiniti rimpianti. Per quello prima o poi una definizione si troverà. L’amore vero è “una potenza, un calore, un moto che partono da un riposo dell’anima”.

Abbandonate ogni difesa, oh voi che entrate. Robert Poulet non è cinico come sembra. Al contrario, è un buon amico.

“Il desiderio cela i volti finché si nutre di segni. Viene un momento in cui il corpo dell’essere amato cessa di inviarci falsi messaggi, e in cui comprendiamo infine che cosa il corpo significhi. È una mirabile rivelazione – se non altro, una volta su cento – la quale fa sì che un uomo possa dire infine a una donna: «Sei proprio tu che io desidero»”.

 

Robert Poulet, Contro l’amore, Castelvecchi

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