Figli e motori, gioie e dolori

Cuore
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Da quando nascono i figli, la vita cambia. Ho detto una banalità? Sì, e se leggete sotto vado pure avanti. Ma i luoghi comuni non rivelano grandi verità?

Cosa ti manca nella vita? Bella domanda! È quella del test che trovate sul numero di Confidenze in edicola adesso e che, naturalmente, ho fatto subito appena ricevuto il giornale. Il responso? Sono carente di serenità, mannaggia.

Quando l’ho letto ci sono rimasta un po’ male e, piccata come sempre accade quando ti dicono qualcosa che non vorresti sentire, mi sono chiesta se è vero. Quindi, ho realizzato che effettivamente alzarmi alla mattina senza un pensiero, vivere la giornata all’insegna della tranquillità emotiva e addormentarmi pacifica alla sera non fa proprio parte delle mie abitudini. D’altronde, chi può reputarsi tanto fortunato?

Comunque sia, mi sono messa di buzzo buono per capire cosa mi impedisce di raggiungere questa benedetta serenità (se faccio qualche bilancio, le cose non sono messe tanto male) e in un nano-secondo di concentrazione è saltata fuori la risposta: i miei figli.

Quando stava per nascere il primo, mia mamma mi disse: «Ricorda che diventare genitore è irreversibile». A rincarare la dose ci ha pensato qualche settimana dopo il pediatra affermando: «Ogni volta che questo esserino sorriderà, il suo umore salirà alle stelle. Per precipitare appena lui corruccerà le labbrucce».

Ingenua, pensavo che l’altalena dei sentimenti di chi ha messo al mondo dei figli riguardasse solo la fase in cui sono bebè (un po’ di rodaggio l’avevo previsto). Invece, ho scoperto che l’agitazione non finisce con le poppate e la bilancia che le dichiara non sufficienti perché il piccolo cresca sano e forte. Prosegue imperterrita quando porti i bambini all’asilo e sei terrorizzata che gli amichetti non se li caghino. Alle elementari, quando temi che si rivelino centravanti negati e che vengano esclusi dalla squadretta di calcio. Alle medie, quando ti svegli di notte angosciata all’idea che non li invitino alle prime festicciole “da grandi”. E continua pure al liceo, quando in tutte le ragazzine vedi potenziali megere che faranno sanguinare i  loro cuoricini pronti per i primi flirt.

Ecco, la serenità nella mia vita è messa a dura prova dall’amore sconfinato che provo per i miei ragazzi (i quali ormai navigano verso i 30 e non sono più gli strufolini che vedete nella foto). E poco importa se loro non sospettano tutte le mie paranoie e se la vivono alla grande: a me basta non sentire il solito tono di voce al telefono per agitarmi come uno shaker. Ma non si preoccupi chi pensa che sia sull’orlo di una crisi di nervi. La carenza di serenità dichiarata dal test è colmata da un sentimento ben più forte, gioioso, appagante e prorompente: l’incontenibile felicità perché quei due esistono!

Confidenze