Io tornerò

Cuore
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Lo disse Maria Mancini a Luigi XIV, i due si amavano alla follia, ma alla fine il patto lo rispettò solo lei

Maria Mancini, nipote del cardinale Mazzarino, fu portata alla corte di Luigi XIV dallo zio, con la mira segreta di darla in sposa al giovanissimo re, e rinsaldare per sempre il suo già immenso potere.

Fin dall’inizio, il suo piano ebbe grandi risultati. Luigi e Maria si piacquero subito. Una forza dolcissima la spingeva uno verso l’altro. In qualsiasi occasione, ricevimenti, danze, giochi di corte, erano sempre insieme, e si cercavano con gli occhi. Maria era allegra, spiritosa, un po’ folle, così piena di vita che sembrava la più bella.

La corte era gelosa del suo ascendente sul giovane re, e loro anche di questo ridevano, insieme, raggianti della gioia di stare insieme. Ma il vero re, il re occulto, il cardinale, il grande politico, scoprì d’avere più a cuore il bene della Francia del suo potere personale, e ritenne necessario che il re si sposasse con l’infanta di Spagna. I due innamorati piansero, supplicarono Mazzarino. Ma lui allontanò la nipote, obbligandola a sposare il principe Colonna.

Quando si salutarono, Maria disse a Luigi «Io tornerò», e lui «Io ti aspetterò sempre». Intanto però fu spedita a Roma col marito.

Maria fu spietata con lui. Si rifiutava di adempiere agli obblighi coniugali e viveva blindata nelle sue stanze: si considerava sposata con Luigi, contro tutti voleva essergli fedele.

Il principe Colonna perse la pazienza, e dopo una scenata violenta, in cui la afferrò per i capelli trascinandola davanti ad ospiti e famigli, la fece rinchiudere in un convento di clausura. Maria si sentì sollevata, anche se le suore la umiliavano, per ordine del Colonna, costringendola ai lavori più bassi e pesanti. Una specie di carcere duro.

Per compiacere il potente marito, nessuno le rivolgeva la parola. Lei sopportò tutto senza una protesta. Era così obbediente, così dignitosa nella sua sventura, che poco a poco si conquistò la fiducia e l’affetto delle suore. Al punto che non ci fu più alcuna sorveglianza, ormai si fidavano. E lei ne approfittò per tentare la fuga. Le riuscì. Aveva del danaro nascosto, scappò a cavallo fino a Civitavecchia. Da lì si imbarcò per la Francia, sicura che il re la aspettasse, anche se intanto aveva sposato l’Infanta. In modo rocambolesco si unì a una compagnia di comici che dovevano esibirsi alla corte, e raggiunse il re.

Lui se la vide apparire davanti all’improvviso…la guardò…e  fece finta di non conoscerla: si era pazzamente innamorato della Lavallière.

Maria  andò spontaneamente in un convento, in Bretagna, e fu una suora esemplare. Si dedicò con tutta se stessa alla religione, fedele per sempre all’unico che non l’avrebbe mai tradita, Gesù.

 

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