La Pompadour e la macchina del tuono

Cuore
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La storia a volte ci regala curiosi e divertenti aneddoti, come questo che la dice lunga anche sulla nobiltà francese

Antoinette Poisson, poi marchesa di Pompadour, era stata allevata dalla madre per diventare l’amante del re, Luigi XV. Ci riuscì, ma pagando prezzi altissimi. Tradimenti, intrighi, il dover essere sempre bella, sempre spiritosa. Non era un’amante, era un soldato. Mai una linea di febbre, mai una licenza. Ma la cosa che le costava di più erano i massacranti viaggi in carrozza a cui il re la costringeva. Né le guerre di corte, né le rivali, la sfinirono tanto.

All’epoca, viaggiare in carrozza voleva dire ore e ore di scossoni, senza il permesso di scendere. Una donna di quel secolo poteva avere dieci amanti, mettere in dubbio l’esistenza di Dio, tutto, ma non avere bisogni corporali, e fare pipì dietro un cespuglio. Il re svolgeva le sue funzioni in pubblico, era un onore assistervi. Ma quelle manifestazioni che in lui erano divine, gli apparivano disgustose in una suddita.

Un giorno d’estate, correndo in carrozza,  per aver trattenuto un impulso impellente, la Pompadour svenne fra le braccia del re, che la scostò ruvidamente “Eccone un’altra che vuole rovinare i miei viaggi”.

La disgrazia della precedente favorita era cominciata per la sua incontinenza in carrozza. Il re aveva cominciato a chiamarla “quella pisciona”, e a riderne con i cortigiani.  Lui però scendeva quando voleva. Antoinette non lo invidiò mai  tanto, né come re né come maschio, come per la sua facoltà di spandere acqua in libertà.

Dopo quello svenimento, il re era in collera. I nemici di lei, e specialmente i preti di corte, esultarono: la favorita stava per cadere in disgrazia. Ma ecco che si presentò da lei uno sconosciuto, e le disse “Io posso salvarvi. Sono un inventore”. Era impolverato, malvestito, mezzo gobbo, balbuziente, nessuno gli avrebbe dato retta. Ma la Pompadour sì, e la sua fiducia fu premiata. L’uomo creò per lei un ordigno geniale: la Macchina del Tuono. Era una graziosa poltrona di broccato, un sontuoso vaso da notte travestito da sedile. “Alla partenza vi ci sedete sopra coprendolo con la gonna, e nessuno si accorgerà di niente”. Il magico sedile, insonorizzato, a prova d’odore, rese la Pompadour l’unica in grado di sostenere il ritmo delle scorribande regali. L’inventore ebbe il titolo di duca.

I suoi discendenti fanno oggi parte della più prestigiosa nobiltà di Francia.

 

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