L’ultimo bacio

Cuore
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“L’ultimo bacio ” di Mariella Loi, pubblicata sul n. 41 di Confidenze, è la storia vera più votata della settimana. Ve la riproponiamo sul blog

 

Lui sfiora le mie LABBRA con un misto di TENEREZZA e di PASSIONE. Ma della COMPLICITÀ della notte prima non c’è più traccia. Si consuma in pochi minuti un ADDIO che non avevo preventivato così PRECOCE. Colpa del  mondo VIRTUALE?

Storia vera di Patrizia S. raccolta da Mariella Loi

 

Sono l’unica ad aspettare il treno la mattina del 5 di Agosto alla stazione di Calusco d’Adda.

È un sabato, i pendolari oggi non viaggiano, in molti sono già partiti per le ferie e anch’io sono prossima alla partenza.

All’altoparlante annunciano l’arrivo del treno per Milano al binario 2, percorro i pochi passi che mi separano dalla banchina e quando vedo il convoglio in lontananza, mi volto verso Ivan per salutarlo.

Non ci siamo scambiati una parola in macchina, durante il breve tragitto da casa sua alla stazione. Non sapevo cosa dire, sono triste, ma neanche una lacrima è qui a rigarmi il viso.

Si consuma in pochi attimi un addio che non avevo preventivato tanto presto.

Ci baciamo una, due volte e quando le porte del treno si chiudono restiamo a guardarci.

Lui accenna un saluto con la mano, io resto a guardarlo mentre il treno si allontana e penso che quella con ogni probabilità è l’ultima immagine che conserverò di lui.

Ci siamo conosciuti quaranta giorni prima, a uno di quegli eventi che vanno tanto di moda oggi, le cene degli sconosciuti. Non abbiamo avuto modo di parlare quella sera, non ce n’è stato il tempo. Ci siamo scambiati il numero di telefono e dopo un paio di giorni abbiamo iniziato a sentirci.

Ivan mi è piaciuto subito, alto, moro, con un filo di barba, 48 anni portati benissimo e un sorriso irresistibile. Nel corso delle nostre conversazioni telefoniche avevo poi appurato che era separato da un anno, e da allora aveva avuto un paio di storie che non avevano funzionato.

È iniziata così tra noi, prima con una lunga telefonata e poi interminabili conversazioni quotidiane su WhatsApp. Io non sono un’amante della chat e devo dire che inizialmente quella modalità di contatto mi aveva infastidito, avrei preferito che già al secondo giorno lui mi avesse chiesto di vederci, ma poi una sua trasferta lavorativa a Roma non aveva reso possibile un incontro nell’immediato.

Al suo rientro a Milano, dopo due giorni di silenzio, mi scrisse scusandosi per l’ assenza delle ultime settimane. Aveva rivisto la sua ex due giorni prima, lei gli aveva chiesto un’altra possibilità e questo l’aveva mandato in confusione. Avevano prenotato una vacanza insieme tre mesi fa, lui non pensava più di partire dopo la rottura, ma ora non ne è più sicuro.

Nei giorni successivi abbiamo parlato tantissimo, ci siamo confrontati sugli argomenti più disparati e la confidenza tra di noi è diventata altissima.

Gli ho confidato le delusioni passate, le aspettative che nutro sul presente, ci siamo confessati cose che non avevamo mai detto a nessuno. L’attrazione è cresciuta di pari passo e mi chiedo come sia possibile un simile grado di intimità erotica con un uomo che ho incontrato solo una volta. Lui nel frattempo ha ripreso a vedere l’altra, pur senza molta convinzione, ma nel contempo mi fa sentire l’unicità del rapporto che stiamo vivendo e al quale non vuole assolutamente rinunciare. Io oscillo tra sentimenti altalenanti.

La mia razionalità mi dice che mi sto infilando in un buco nero e mi chiedo cosa ci sia poi di diverso tra quella relazione, fatta di conversazioni interminabili fino a notte fonda e le storie contorte delle mie amiche, davanti alle quali ho sempre storto il naso. È mai possibile che io sia caduta preda di una di quelle relazioni virtuali, di cui ho sentito parlare tante volte? Ivan mi propone di incontrarci, io ho molte perplessità per via della sua storia ancora in corso ma poi accetto perché non riesco più a contenere l’attrazione fortissima che sento nei suoi confronti. Ci vediamo in centro a Milano, un pomeriggio dopo il lavoro, ho avuto qualche titubanza all’ultimo momento, sono quasi tentata di non andare. Lui mi manda un messaggio “Se hai voglia di baciarmi stasera, fallo senza pensarci troppo. Al resto, penseremo dopo”. Si capisce già al primo sguardo che ci piacciamo enormemente, qui il virtuale non c’entra nulla. Siamo un uomo e una donna che, anche se è solo la seconda volta che si incontrano, si conoscono nel profondo, tanto che l’uno è capace di intuire i gesti che l’altro sta per compiere e di leggerne i pensieri. Cominciamo a baciarci quando siamo ancora seduti al tavolino di un locale e continuiamo a lungo. È una sera bellissima, fa molto caldo e le strade traboccano di gente. Camminiamo abbracciati, ci stringiamo forte e ogni momento un nuovo bacio, interviene a suggellare un’intesa che sembra esistere da sempre. Quella sera torno a casa estasiata, ci saranno poi altre sere e il copione è sempre lo stesso, ci baciamo per ore fino allo sfinimento, poi io riprendo la strada di casa, mentre lui aspetta l’ultimo treno. Lo desidero moltissimo ma mi trattiene l’idea di un rapporto che non prevede l’esclusiva. È stato molto chiaro a riguardo, quella che sta tenendo in piedi è una relazione dagli esiti incerti ma ancora in corso. Mi interrogo a lungo su questo punto, non sono fatta per essere l’altra, ma nel contempo c’è una parte di me che non è disposta a tirarsi indietro e che questa storia vuole viverla fino in fondo.

So tutto dell’altra donna, Ivan me ne ha parlato a lungo, conosco il suo nome e la sua storia personale e la foto del profilo su Facebook me ne ha rivelato il volto. Nei suoi confronti ho sentimenti ambivalenti, e se agli inizi quando lui me ne parlava lo ascoltavo, ora provo solo un moto di fastidio. Non vorrei mai essere al suo posto, non scambierei le mie inquietudini con le sue certezze e mi chiedo quanto ridicoli possa renderci l’amore, quando lui mi racconta di una poesia che lei gli ha appena dedicato su Facebook. Siamo a letto quando la legge, ne sorride compiaciuto e le posta un cuoricino. Poi si volta verso di me, mi accarezza e mi bacia a lungo, appassionatamente. Facciamo l’amore, è da questo pomeriggio che non facciamo altro, abbiamo anche chiesto un permesso dal lavoro e per sfuggire alla calura di Milano, siamo venuti a casa sua. Dopo, giaciamo a lungo sfiniti, avevamo prenotato al ristorante per la cena ma finiamo col decidere per una serata in casa. È lui a cucinare per me e ogni suo gesto è intriso di complicità e dolcezza.

Ridiamo a lungo, complice la bottiglia di vino rosso che ci siamo scolati in due, e dopo cena, apriamo anche una bottiglia di crema di limoncello. Più tardi ci addormentiamo abbracciati.Lo siamo ancora quando mi sveglio in piena notte in preda a una forte inquietudine, ho la testa pesante, l’alcol non ha tardato a far sentire i suoi effetti. Mi alzo e vado in soggiorno. Ho scordato lo smartphone acceso l’altra sera e non so perché ma vado a vedere il profilo di Ivan su Facebook e leggo quello che non vorrei mai leggere. La poesia che lei gli ha dedicato “A te che sei il mio solo amore”, il cuoricino che lui le ha postato e altre facezie, che se non conoscessi le circostanze presenti, direi che sono cose da innamorati. Mi sento male quando vedo l’ora in cui quelle frasi sono state postate, eravamo insieme, deve averle scritte quando sono andata a fare una doccia. Non posso più fare come se nulla fosse e mi chiedo cosa ci sia di autentico in quello che sto vivendo. Sono più veri i suoi abbracci e le carezze di cui mi ha ricoperto per una notte intera o le parole destinate a un’altra? So che Facebook non è la realtà, è un luogo di narrazione dove alcuni portano in scena un personaggio ma io sono vera e le mie emozioni sono vere. Non posso fare come se lo smarrimento che mi coglie ora non sia mai esistito.

Ritorno a letto e mi chiedo chi sia l’uomo che mi dorme accanto, un impostore, un egoista, un individuo alla ricerca di conferme, che trae appagamento dal sentirsi amato da due donne. Conosco a fondo il suo vissuto e credo di sapere cosa ci sia all’origine di questo sdoppiamento. Non è una cattiva persona ma non c’è bisogno di essere cattivi per far del male agli altri e l’inganno non è mai una cosa buona, anche quando non siamo noi a esserne i destinatari.

Non è questo che voglio per la mia vita, non la menzogna. E anche quando le cose tra noi, dovessero prendere una piega inaspettata, come potrei fidarmi di lui che con leggerezza passa dall’elargire carezze a una, al dare conferme affettive a un’altra. Mi addormento con il suo braccio intorno e quando mi sveglio lui si è già alzato e lo sento armeggiare in cucina mentre prepara la colazione. Sento che qualcosa si è spezzato, anche lui oggi al risveglio porta addosso i segni dell’inquietudine. Facciamo colazione insieme, l’intimità della sera prima si è dissolta, lui accampa quella che mi sembra tanto essere una scusa, deve accompagnare sua madre non so dove, se voglio posso aspettarlo a casa, poi più tardi mi riaccompagna lui a Milano. All’improvviso quello spazio mi è diventato angusto e sono io a dirgli che posso tornare a Milano con il treno, tanto poi ci vediamo questa sera. E mentre pronuncio quelle parole, non sono poi tanto certa di avere ancora voglia di vederlo. Nessuno dei due lo dice apertamente ma in quel momento a starci accanto ci manca l’aria. Cala il silenzio e siamo ancora muti quando arriviamo insieme alla stazione.

Lui, da quando siamo scesi dalla macchina mi tiene la mano e siamo di nuovo noi, quando al sopraggiungere del treno, ci baciamo a lungo con un misto di tenerezza e di passione. E come la sera prima, lui mi stringe forte e io mi abbandono completamente alla sua stretta. Il fischio del treno ci richiama all’ordine, non resta che il tempo per un bacio. L’ultimo.

 

 

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