Qual è il tuo mito? il mio, Valentina Mela Verde

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Da Pippi Calzelunghe a Valentina Mela Verde, ogni generazione ha nel cuore il suo idolo

Su Confidenze di questa settimana trovate il servizio Pippi e gli altri. Qual è il tuo mito?  Un modo per celebrare il fatto che Pippi Calzelunghe compie 75 anni, ma non li dimostra, perché come tutti i classici intramontabili ha insito in sé il segreto degli evergreen. Ciò che rende una lettura sempre attuale: nel suo caso è quel mix di anticonformismo e ribellione, in cui ogni adolescente si può riconoscere, uniti a una simpatia travolgente, che tennero incollate alle tv migliaia di bambine a guardare i suoi telefilm.

Confesso, il libro di Astrid Lindgren non l’ho letto (uscì per la prima volta nel 1945) mentre ricordo molto bene le serie Tv, lo spirito d’avventura e il coraggio di questa bambina che invece di piangersi addosso (era orfana di mamma e il papà era stato fatto prigioniero in un’isola lontana) mostra coraggio e ottimismo senza farsi intimidire da nessuno.

Ogni generazione ha i suoi miti (oggi vanno di moda le influencer) io da ragazzina ne ho avuto uno che anche se di letterario aveva poco, ha influenzato tantissime bambine.

Vi ricordate il Corriere dei ragazzi e Valentina Mela Verde?

Si trattava di una serie a fumetti ideata dall’impagabile matita di Grazia Nidasio (disegnatrice capo scuola del fumetto italiano, scomparsa nel 2018) che fu pubblicata prima sul Corriere dei Piccoli (dal 1969 al 1971, ma io ero troppo piccola per ricordarmelo) e poi ripresa dal Corriere dei Ragazzi fino al 1976 .

Il fumetto raccontava sotto forma di diario le avventure di Valentina e della famiglia Morandini: lei era una ragazzina rossiccia di capelli e spilungona che viveva i classici problemi quotidiani di tante adolescenti (il soprannome derivava appunto dal fatto di essere una mela acerba). Insieme a lei oltre ai genitori e alla zia Dina, c’era il fratello maggiore, Cesare, detto il Miura, e la mitica Stefi, la sorellina minore che poi ispirò una serie autonoma di fumetti sempre disegnati da Grazia Nidasio, pubblicata fino al 1992.

Nei miei ricordi Valentina Mela Verde conserva un posto speciale: nelle lunghe estati trascorse nella casa di campagna dei miei nonni mi rivedo sprofondata nella lettura del fumetto, sospirare con lei per i suoi primi batticuore e quel ragazzo che la faceva arrossire, combattere al suo fianco per strappare quel briciolo di libertà in più ai genitori che a quell’età sembra una conquista impossibile e ridere solidale dei dispetti della Stefi e delle quotidiane rivalità e gelosie tra fratelli e sorelle.

Ognuna di noi, bambina negli anni 70, si è sentita un po’ Valentina Mela Verde: lei era al nostro fianco, ci ispirava nelle nostre giornate e con il suo esempio ci mostrava che i nostri piccoli o grandi problemi di adolescenti erano anche i suoi, a volte indicandoci anche una strategia per convivere meglio con il mondo degli adulti: genitori, nonni, zii.

Io attendevo impaziente ogni settimana l’uscita del Corriere dei ragazzi per leggere le nuove avventure e inforcavo la bici per andare al comprare il giornalino all’edicola del paese..

Con garbo, delicatezza e buon gusto Grazia Nidasio era riuscita a trattare argomenti leggeri, ma anche seri, lasciando un segno profondo in ognuna di noi, visto che dopo così tanti anni ancora tante ragazze degli anni 70 si ricordano dell’ineguagliabile Valentina Mela Verde.

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