Rincorrere o lasciare andare?

Cuore
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Da adolescente ero il tipo di persona che rincorreva ogni situazione. L’amore, un obiettivo, l’amicizia, i rapporti familiari. Non importava se ne valesse la pena, io non mi fermavo. Mai.

Ero terribilmente spaventata dalla perdita. Ero inconsapevole, comandata dall’ansia, dalle insicurezze, dalle paure, dalla passione. Forse ero solo troppo giovane per capire che non sempre valeva la pena di perdere tutte le energie dietro a ogni situazione, quando avrei potuto concentrarle tutte in qualcosa, una cosa alla volta.

Uno dei passaggi più difficili della mia crescita è stato proprio il comprendere che non tutto si può cambiare o rincorrere, a volte bisogna solo accettare le cose come vengono. A volte, bisogna solo lasciare andare, non quel qualcosa o quel qualcuno che, di fatto, se n’è già andato, ma lasciar andare il desiderio di tenere sempre tutto immutato.

“Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l’uomo né le acque del fiume sono gli stessi”. (Eraclito)

Nel mio caso la stabilità era rassicurante. Il cambiamento mi destabilizzava. Ma cercare di controllare sempre tutto era snervante, oltre che impossibile. Credo che la vita sia, non solo breve ma, anche veloce. Oggi viviamo ritmi estremamente caotici e il pensiero di rincorrere ogni situazione che mi sfugge di mano è diventato insostenibile.

Il passato è passato, non si può rivivere. Per fortuna, aggiungerei. Così ho imparato a respirare, grazie allo yoga, agli esercizi di rilassamento, ho scoperto che la respirazione può aiutarci in un modo che non possiamo nemmeno immaginare. Quindi inspiro, chiudo gli occhi, e quei secondi diventano un tempo prezioso da dedicare a me stessa, espirando mando via la frustrazione, la paura, l’ansia.

Ed è così che ho imparato a lasciar andare la rabbia e la delusione, a rimandare (ogni tanto) qualche decisione, a volermi più bene. Così ho imparato a vivere adesso, non ieri, non domani, adesso.

E voi, siete capaci di “lasciare andare”?

Confidenze