Strani, stupidi sogni

Cuore
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“Strani, stupidi sogni” di Federico Toro, pubblicata sul n. 34 di Confidenze, è una delle storie più apprezzate della settimana. Ve la riproponiamo sul blog

 

Ero sconvolta. In tanti anni di matrimonio non era mai successo. Mi sembrava davvero di tradire mio marito. Ma come potevo cancellare dalla mia mente quella bruciante passione?

Storia vera di Stefania G. raccolta da Federico Toro

 

«Ti prego, non posso, sono sposata».

«E credi che sia una buona ragione per fermarci?».

La luce di colpo si spegne e rimaniamo nella penombra. Le sue mani su di me. Le labbra sfiorano il mio collo. Per un istante mi irrigidisco, poi mi sciolgo e mi lascio andare. I vestiti come per incanto scivolano dai nostri corpi e ogni fibra del mio essere si fonde con lui. Sono stordita dal suo profumo virile, mi gira la testa, ma continuo a rimanere con gli occhi chiusi, forse per vergogna, per paura o forse per assaporare appieno questi attimi sublimi. Tutto intorno a me continua a girare vorticosamente come se fossi su una giostra impazzita. Rischio di cadere… Ora sono spaventata, cosa sto facendo? Prendo fiato e con tutte le forze lo spingo con le mani lontano da me. Lancio un grido soffocato e spalanco gli occhi. Lo scenario improvvisamente cambia.

Sono nel mio letto e avverto accanto il respiro pesante di mio marito. Eppure, sembrava così reale. Sento ancora il calore della sua pelle.

Solo un sogno. Uno stupido sogno.

Sorrido mentre osservo Enrico con la bocca semiaperta immerso in un sonno profondo. Mi avvinghio a lui. È il suo calore che voglio sentire, solo le sue mani voglio su di me. Controllo la sveglia. Sono le 6:18. Fra poco dovremo alzarci. Credo di avere sul viso quel sorriso estasiato ma con il trascorrere dei minuti divento seria e imperturbabile. È una semplice fantasia, perché mai dovrei sentirmi in colpa? Non ho alcuna voglia di analizzare e di scoprire i reali motivi da cui si è scatenata questa scena onirica. Non devo più pensarci. Lentamente allento la presa dal corpo di Enrico e mi allontano dall’altra parte del letto. La mente non si distacca da ciò che accaduto. È stato un sogno, ma il protagonista, nella realtà esiste. Non è frutto della mia immaginazione. Il pensiero mi spaventa, sento il cuore in subbuglio.

Mai successo in 12 anni di matrimonio.

All’improvviso, una voce mi scuote dai miei turbolenti pensieri.

«Buongiorno tesoro. Sei già sveglia?».

«Sì, buongiorno Enrico. Ho fatto uno strano sogno».

Mi è scappato, come una stupida, ma ormai è troppo tardi e sono pronta alla prevedibile domanda.

«Cosa hai sognato?» mi chiede soffocando uno sbadiglio.

«Nulla… era tutto molto confuso, non aveva senso» gli rispondo imbarazzata ed evitando i suoi occhi.

Gli do frettolosamente un bacio sulla guancia e mi alzo per preparare un caffè forte.

«Che fai, torni per il pranzo?».

«Non credo, oggi sono pieno di appuntamenti. Ci vediamo a cena».

Seduta in cucina, continuo a girare il cucchiaino nella tazzina del caffè, lo faccio così tante volte che ormai credo si sia formato un solco sul fondo.

Era tutto reale. Soprattutto lui. Lui così alto, così muscoloso e con quel sorriso abbagliante. Maledetto il giorno in cui sei arrivato in palestra. Fino a qualche settimana fa noi donne eravamo abituate a vedere solo uomini con pance grasse e sederi flaccidi intenti a sollevare pesi con  notevoli sforzi in vista dell’estate imminente. Individui che di certo non scatenano fantasie erotiche. E invece, da tre settimane il tuo arrivo ha scombussolato i nostri ormoni. Appena entri, tutte noi ci scambiamo sguardi d’intesa e forse in alcune si legge qualcosa che va oltre un semplice apprezzamento.

Bevo un sorso di caffè e mi domando qual è il problema. È un bell’uomo, è normale che attiri le mie attenzioni e ci scappi un complimento… qualche volta anche un po’ spinto.

Butto giù l’ultimo goccio, ma faccio fatica a deglutire.

Mai avrei immaginato di vivere quel sogno così infuocato. Non era mai accaduto, l’ultimo, ma non di questa intensità, forse risale ai miei 20 anni.

Devo confidarmi con qualcuno. Voglio capire cosa mi sta succedendo.

«Beata te che fai questi sogni, io l’altra notte ho sognato che stavo litigando con mia suocera».

«Ma se non sei nemmeno fidanzata».

«Ecco, appunto. Pensa come sono messa».

 

M

i pento immediatamente di aver chiesto un consiglio a Rossella. Ogni volta ci casco. Con lei è impossibile intavolare un discorso serio, la butta sempre sul comico facendo sentire il suo interlocutore sciocco e infantile.

Ed è proprio come mi sento in questo momento. Invece di consolarmi, mi tempesta di domande riguardante i rapporti intimi con mio marito. Rispondo biascicando frasi frammentate. Le sue domande mi infastidiscono e non portano a nulla.

Chiudo drasticamente la telefonata.

Eppure, quella scena mi ha sconvolta. Quale significato recondito nasconde? Ho dei problemi con Enrico o forse è subentrata un po’ di monotonia?

Può un sogno destabilizzarti così tanto? Sì, può davvero accadere.

E ora il passo successivo è di ritornare in palestra e di incontrare di nuovo il suo sguardo seducente.

Devo smetterla. Sono solo stupide fantasie di una donna un po’ annoiata in cerca di qualche brivido.

Il pomeriggio entro intimidita in sala fitness proprio come se fosse il mio primo giorno di scuola. Lui non c’è. Meglio così. Comincio gli esercizi e cerco di concentrarmi, ma è inutile, getto sempre un’occhiata in giro con la speranza di incrociarlo. Devo arrendermi. Oggi non verrà. Avrà cambiato orario o forse ha concluso i suoi allenamenti. È duro ammetterlo, ma questo pensiero mi rattrista.

Sto appena uscendo dallo spogliatoio e mi dirigo verso l’uscita. Eccolo. Di fronte a me. È ancora più bello. Con la sua vita sottile e i muscoli possenti procede verso di me. Incredibile, ma percepisco lo stesso profumo. Vorrei quasi bloccarlo e dirgli: “Lei sa che abbiamo vissuto un’intensa e bruciante passione?”. Sarà un gioco di luci, un’illusione, ma lui accenna un sorriso. Credo di essere diventata paonazza e scioccamente ricambio il sorriso e scappo via.

La notte non riesco a dormire. Abbracciata stretta a mio marito, ormai già nella fase rem, ho paura di chiudere gli occhi. Sono terrorizzata che lui possa tornare nei miei sogni e violare la mia parte  più intima. Sarò stupida ma mi fa sentire sporca. Mi sembra davvero di tradire Enrico.

La mattina seguente mi sveglio come uno zombie con un forte mal di testa, senza aver ottenuto il risultato sperato. Lui è arrivato anche questa notte più passionale e focoso che mai. E ora? Cosa farò? Non dormirò più per timore che lui arrivi a turbarmi con il suo irresistibile fascino? È pura follia. Sto diventando paranoica.

Intanto, penso di saltare alcune lezioni di ginnastica. Servirebbe? Certo che no. Ormai è questione di poco, l’estate è alle porte. Conto sul calendario quanti giorni mancano alla fine. Ho altri cinque appuntamenti. Non sono così tanti. Un piccolo sforzo e poi sarà tutto finito e sono sicura che questo sogno o meglio incubo cesserà.

Ormai, entro in palestra di soppiatto come se fossi una ladra. Vorrei essere invisibile, mi guardo in giro con circospezione e spero questa volta di non incontrarlo.

Elaboro mille pensieri. Mi auguro che il suo abbonamento sia scaduto, che sia partito per un viaggio, che accusi un dolore al ginocchio. Insomma, qualsiasi cosa purché non si faccia vivo. Ma nessuno ha ascoltato le mie preghiere. Dopo circa mezz’ora, ecco che entra con la sua aria da spavaldo. Io, sull’ellittica, pedalo con più foga tentando di mantenere lo sguardo verso il basso. Poi, qualcosa attira la mia attenzione. Lo vedo sbracciarsi e subito dopo un tipo bello e tenebroso lo raggiunge. “Caspita” penso “anche i suoi amici sono aitanti e scultorei come lui”. Ma cosa sta accadendo? Mi sarò sbagliata. Devo rallentare e respirare a pieni polmoni. Sono in deficit di ossigeno e la mia mente è in preda alle allucinazioni. No, è un bacio. È un vero bacio quello che ho appena visto. E non tarda ad arrivarne un secondo più intenso e prolungato. Mi sento fuori luogo,  sconcertata. Abbasso la testa e non so se ridere o piangere. Ma sì, forse è meglio ridere.

È tardi. Sono a letto avvinghiata a mio marito. Sorrido ancora pensando alla scena tragicomica di questa sera. Poi, stanca, spengo la luce sul comodino.

«Buonanotte Enrico» gli sussurro.

Non ricevo risposta, già dorme beato. Credo che anch’io, da stanotte, dormirò sonni tranquilli.

 

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