Terremoto

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L'ultimo libro di Chiara Barzini è uno sconvolgente capolavoro, un tornado che ti risucchia senza scampo.

Non sono una maniaca della lettura. Non ho bisogno di passatempo, già passa così veloce. Anzi leggere è faticoso, fisicamente impegnativo e un libro dev’essere davvero attraente per buttarci ore e ore della vita. Dev’essere un’altra vita più bella della tua, un altro mondo, un sortilegio, un tornado che ti risucchia e non c’è scampo, ci vivi dentro, e sei uno dei personaggi, a volte tutti, un libro che ti fa spaventare, odiare, amare, temere, desiderare che lei (Eugenia, la protagonista, Alice e Pinocchio e Petite princesse, Madonna del Dolore e amante perfetta) non venga ammazzata dal padre della sua amata, né violentata e torturata nel deserto da tre automi della disperazione. Sperare che la crudele autrice la faccia camminare quanto vuole sull’orlo del burrone purché la tiri via all’ultimo, che sia salvata dalla sua innocenza, che la sua famiglia non finisca rovinata, che il suo scellerato e irresistibile padre non muoia nel terremoto, che Arash resusciti e che soprattutto resusciti Angelina, l’asina uccisa a bastonate da Santino per vendicarsi della moglie e di Eugenia, che l’ha trasformata in una donna libera. Un libro per cui vale la pena di buttare ore e ore guadagnandole, è quel libro che quando arrivi alla fine dici «oh dio e adesso che faccio?». Ovvero come tornerò alla mia vita, se sono ancora lì, in questa storia che – non appare da quanto ho detto finora – ti fa fare anche matte risate – e altre un po’ meno matte ma celestiali: la storia di una famiglia di cineasti che si trasferiscono verso la gloria di Hollywood, ma vivranno nel retroterra dei poveri, violento, fantasmagorico, sanguinoso, futuro e medievale. E ti dispiace che poi finisce, ti pare che quel baratro che hai costeggiato leggendolo si spalanchi e ti faccia precipitare. In seguito puoi rileggerlo quanto vuoi, come si fa coi classici, ma la prima volta è solo quella – parlo di Terremoto di Chiara Barzini (Mondadori), appena uscito, che mi rallegra della lingua italiana. Sono l’ultima a perdere la testa per questo libro, già pubblicato in USA, e considerato uno sconvolgente capolavoro. Lo ha scoperto Gerry Howard, l’editore di David Forster Wallace. Il primo a capirne la potenza innovativa definendolo meravigliosamente vibrante…tutte le parole del romanzo di Eugenia: cielo, luce, vento, oceano, splendore, amore, rabbia, terremoto, che costellano le avventure della protagonista.. È uscito tre giorni fa, e già e stato ristampato. Vai, Eugenia!

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