Una separazione a 60 anni è una follia

Cuore
Ascolta la storia

Dirsi addio dopo una vita insieme per me non ha senso. Chi ha resistito tanto tempo, perché dovrebbe arrendersi proprio ora?

Quando i bambini sono piccoli non va bene, perché cosa li hai fatti a fare se non per crescerli con mamma e papà accanto? Se in casa ci sono degli adolescenti, è da folli: alle menate del dirsi addio si devono aggiungere quelle (non meno pesanti) della loro età ingrata. E se i figli sono ormai grandi e si è stati insieme per  una trentina d’anni, che senso ha lasciarsi? Insomma, se si parla in modo razionale è evidente  che il momento giusto per fare scoppiare una coppia non esiste. Eppure…

Eppure, le famiglie sfasciate sono più di quelle che hanno resistito a tempo e usura. Ma dopo un periodo (più o meno lungo) di assestamento, per fortuna tutti gli ex coniugi ritrovano la loro strada. Questo, per lo meno, succede alle coppie giovani. Peccato che secondo i dati Istat, nell’ultimo decennio il 25% della gente che finisce in tribunale per mettere fine al matrimonio non è proprio di primo pelo (il dato è riportato nell’articolo Dirsi addio a 60 anni che trovate su Confidenze in edicola adesso).

Faccio parte del clan delle separate e, quindi, sono l’ultima a poter giudicare gli altri. Ma qualche riflessione me la concedo lo stesso. Per esempio, mi domando se alla mia età farei la stessa scelta. Difficile rispondere, visto che le cose sono andate così. Ma credo che se avessimo tirato fino a oggi, mai e poi mai rinuncerei a condividere il futuro con mio marito. Parliamoci chiaro: invecchiare non è bello, ma se lo fai accanto al padre dei tuoi figli, magari circondati da nipotini, non è un po’ meglio?

Ecco, allora, che mi sento di suggerire alle coppie over 60 di pensarci bene. Vi siete sopportati per una vita, proprio adesso volete scappare? Per andare dove, fra l’altro? Il nuovo partner, tempo tre anni (se siete fortunati), sarà scontato come quello che avete lasciato. In compenso, alle spalle avrà 60 anni di abitudini diverse dalle vostre, che dopo la scoppiettante fase iniziale della storia peseranno come macigni.

No dai, “ragazzi”, non scherziamo. La paura del tempo che passa non si esorcizza inseguendo una trentenne, un toy-boy oppure, orrore degli orrori, ritornando alle vecchie abitudini adolescenziali, vissute stavolta con il viso tendente alla ruga e il corpo in preda ai cedimenti. C’è un momento per ogni cosa. E se a una certa età non si va (o non si va più) in spiaggia in topless (lei) e in slip rivelatori (lui), a quella stessa età è molto meglio non fare inutili cazzate.

Confidenze