Un’estate fa di Camilla Baresani

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L’estate che Erica racconta, quella sua e di Arnaldo, è un’estate universale. È stagione. Della natura e dell’età. L’età è quella dell’adolescenza flaccida e tardiva, quella che non ha più la rabbia ribelle ma solo l’ansia amara e brutale. I tardo quarantenni. I nuovi ventenni, a sentir loro.

Questo libro mi è capitato tra le mani a Milano. Libreria Mondadori in Piazza Duomo. Qualcuno lo aveva riposto al contrario. Quindi nessun titolo. Nessun autore. Nessuna immagine. Solo questa cosa qui, che tradotta nella mia lingua vuole dire prendimi e leggimi: 

Ogni inizio contiene un delitto passionale: è l’omicidio che si compie ai danni del proprio passato sentimentale, cancellandolo come se non fosse mai esistito.

L’estate che Erica racconta, quella sua e di Arnaldo, è un’estate universale. È stagione. Della natura e dell’età. L’età è quella dell’adolescenza flaccida e tardiva, quella che non ha più la rabbia ribelle ma solo l’ansia amara e brutale. I tardo quarantenni. I nuovi ventenni, a sentir loro.

Prima di mangiare finimmo a letto a fare l’amore, a colmarci l’animo di reciproci stupori per non esserci incontrati prima, per aver sprecato tanti anni e tanti incontri senza arrivare a quella magica destinazione, che era il degno scioglimento della trama delle nostre vite. Passammo alla tipica conta degli amanti, quella delle cicatrici. Amori passati che adesso rinnegavamo, completamente dimentichi e incapaci di rappresentarceli e ritrovando di colpo gli stupori, le emozioni, le freschezze di chi comincia per la prima volta proprio lì, proprio quel giorno, senza alcuna esperienza precedente. Come se in realtà non fosse tutto già provato, collaudato, conosciuto.

È un lungo monologo, quello di Erica. Raccontare un amore, una passione, bruscamente e immotivatamente interrotta, è cosa impossibile. Impossibile raccontarla e basta. È impossibile non patirla. Non continuare a percepirla, generandola ancora.

Non è una storia leggera, quella che ha creato Camilla Baresani.  I temi, universali e intimi insieme, dell’amore, della famiglia, della provenienza e dipendenza affettiva, non sono affrontati con approssimazione o velocità narrativa.

Nel mondo di Erica si entra con facilità. È il mondo delle recriminazioni. Del senno del poi. Erica la conosciamo perfettamente. Dal mondo di Erica non si esce. Ogni pagina, ogni suo quadro mentale, è un frammento di vita comune a tutte. Ricordare. Analizzare. Sviscerare un amore. Biopsia di una fine.

La realtà, terribile, che chiede il conto. Salato. All’estasi, alla fuga, carne viva, senza pelle.

Arnaldo e io continuavamo a giurarci incantamento reciproco ed eccitazione per l’imminente coronamento dei nostri progetti comuni. Attori. Attori che recitano a soggetto, come gran parte degli amanti. Poveri amanti condannati alla commedia della passione, della fedeltà eterna, dei propositi magniloquenti. Perché nel frattempo, quando restavo sola con me stessa, io – ma certamente anche lui – non facevo altro che precisare, mettere in chiaro, sopravvalutare le mie abitudini e conquiste anteriori al nostro incontro. Le vite precedenti, che entrambi avevamo immaginato risolvibili in un soffio, si rivelavano invece vincoli profondi, difficili da sciogliere, densi non solo di vecchi ricordi ma anche di astio recente e di freschissimi inghippi. 

Poi ovvio che Arnaldo, da un momento all’altro – le aveva promesso amore eterno fino a cinque minuti prima – la molla. Con lo strumento di oggi. Una e-mail. Torna da Stella, la fidanzata. Il figlio che aveva chiesto a Erica lo aspetta lei, in duplice copia.

Ovvio che Erica torna da Giacomo, il marito. Che nel marasma della bella e romantica estate aveva sempre dimenticato di lasciare. Torna da Giacomo, che non aveva mai lasciato, ma che poi lascia lei.

E Arnaldo, che tutto convinto era tornato da Stella… Non ce la fa. Rilascia pure Stella e i pargoletti nuovi nuovi.

Insomma.

Leggete questo libro.

E d’estate, d’estate, amiche mie

prendete pinne, fucile e occhiali.

O paletta e secchiello.

E andatevene al mare, che è meglio 😉

 

Confidenze