Veleno d’amore di Eric-Emmanuel Schmitt

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Quello che ci ha regalato Schmitt è un trattato delle paure e dei sogni degli adolescenti di oggi. Nessun argomento, nessuna tematica scottante sfugge allo sguardo attento e all'analisi chirurgica che in ogni pagina ci trascina nel tunnel asfissiante di una processo di crescita sempre più solitario.

Premessa: di Schmitt vi consiglio tutto. E’ un autore eclettico e meraviglioso. Cifra stilistica unica, sensibilità e acume pieni di grazia.

 

Ho scelto per voi Veleno d’amore, appena tradotto da Alberto Bracci Testasecca per edizioni e/o, un romanzo brevissimo, appena 154 pagine, scritto sotto forma di diario corale: quattro amiche adolescenti, Colombe, Anouchka, Raphaelle e Julia, affidano alle pagina scritta e allo scambio di alcuni sms le loro esperienze, i primi passi nel traffico impazzito delle cose adulte.

 

Poche pagine, dicevo. Eppure quello che ci ha regalato Schmitt è un trattato delle paure e dei sogni degli adolescenti di oggi. Nessun argomento, nessuna tematica scottante sfugge allo sguardo attento e all’analisi chirurgica che in ogni pagina ci trascina nel tunnel asfissiante di una processo di crescita sempre più solitario.

 

Ad accompagnare gli interrogativi delle quattro liceali, l’opera shakespeariana: Romeo e Giulietta, Amleto, La tempesta e Molto rumore per nulla.

 

Consiglio la lettura di questo libro a tutti, alle giovani ragazze, alle madri e ai padri, agli insegnanti. Serve più di un trattato di psicologia (spesso spicciola ma logorroica) a capire i silenzi dei nostri figli, i momenti in cui sembrano essere altrove, il vuoto negli occhi. I cuori in tumulto. Le azioni definitive.

 

Non troverete alcuna leggerezza, tra le pagine. E’ una denuncia forte alla nostra disattenzione, al ruolo necessario continuo e indispensabile di genitori e formatori che indossiamo e svestiamo con estrema abilità e facilità adattandolo ai nostri impegni e non ai loro bisogni.

 

I nostri giovani hanno bisogno di punti fermi, di porti sicuri. Non possiamo più scappare. Anche per giocare esistono regole, turni. Il nostro è passato. Perseverare ci sta trasformando in clown di infima categoria. In criminali.

 

Diario di Anouchka

 

In ogni persona conosciuta si nasconde un estraneo pronto a balzare fuori. 

Da mio padre è uscito un amante in grado di desiderare altri uomini. Da mia madre un’arpia. Da Augustin un delinquente. Fa venire i brividi…

Non oso pensare a cosa un giorno uscirà da me. 

Crediamo di conoscerci, mentre in realtà distinguiamo appena una sagoma in lontananza. Avvicinarsi si rivela pericoloso. La nostra apparenza e la nostra storia pregressa costituiscono un paravemto dietro il quale si cela l’ignoto.

Speravo che maturando sarei diventata me stessa.

E se invece diventassi un’altra?”

 

 

Eric-Emmanuel Schmitt, Veleno d’amore, edizioni e/o

 

Confidenze