Alla scoperta di una Parigi insolita

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Non solo Tour Eiffel e Champs-Elisées: la capitale francese riserva quartieri periferici in continua evoluzione. Dove fare acquisti originali, passeggiare nel verde o scovare insoliti caffè e librerie

“Parigi è infinita” pensavo passeggiando in una tranquilla stradina di villette di inizio ‘900, ombreggiate dai tigli. Uno spaccato di Francia profonda 500 metri dal Boulevard Périphérique, la cintura autostradale che delimita il Comune di Parigi abbracciandone gli Arrondissements. Questa città non è solo Champs-Élysées, Tuileries, Tour Eiffel. È anche la banlieue, la periferia, con le sue comunità in continua evoluzione, a partire dai giovani. Ecco tre itinerari a piedi che vi porteranno fuori dall’area comunale, alla scoperta di nuovi modi di vivere la grande città, più sostenibili e umani.

A NORD, NEL MARCHÉ AUX POUCES PIÙ GRANDE D’EUROPA
Partite dalla fermata metro Guy Môquet (linea 13) e imboccate l’Avenue de Saint Ouen, un bel viale alberato pieno di alimentari, bistrot e la boulangerie Arlette et Colette, premiata per la miglior baguette di Parigi (4 Rue de La Jonquière), il cui proprietario è stato il panettiere dell’Eliseo. Poco oltre, sostate a Le Hasard Ludique, locale in una vecchia  stazione sulla petite ceinture, dove bere una birra, assistere a un torneo di pétanque (bocce), sentire musica dal vivo (www.lehasardludique.paris). Se però avete il pollice verde, vi consiglio La REcyclerie, esperimento di spazio urbano sostenibile, con zero spreco in cucina, fattoria, scambio di oggettistica e tante sdraio su cui oziare, direttamente sui binari della vecchia linea ferroviaria dismessa o sulle banchine, trasformate in aree verdissime (www. larecyclerie.com). Passato il Boulevard Périphérique, sarete nel Comune di Saint Ouen, fra un mare di bancarelle. Prima il vivace mercato esterno multietnico, dove comprare un vinile anni ’60 o una statua d’artigianato africano. Poi, i padiglioni dei mercati coperti, ben 16 diversi; dal modernariato del marché Dauphine dove trovare un flipper dei Rolling Stone o un mobile griffato da Keith Haring. Oppure il marché Biron dove acquistare un gioiello asiatico, o il marché Jules Vallès per una affiche, un bronzo, una ceramica. Tenetevi un po’ di tempo per visitare il villaggio di Saint Ouen e per scoprire alcune chicche, come l’Associazione culturale Main d’Oevre, bellissima idea nata vent’anni fa per stimolare la capacità creativa in chiunque voglia partecipare. Potrete entrare per un caffè e assistere a una delle tante performance teatrali gratuite o visitare una mostra (https://www.mainsdoeuvres.org/). Amate il jazz? La Chope des Puces, a due passi, vi offre lumache à la bourguignonne e musica dal vivo.

A SUD, TRA I SEGRETI DI UN GRANDE PARCO
Parigi ha giganteschi polmoni verdi. Come il Bois de Vincennes, ex riserva di caccia dei re di Francia, che vi proietterà in una dimensione rurale in cui perdersi per i mille sentieri. Si arriva con la metro alla fermata Michel Bizot (linea 8) e si può fare subito una piccola deviazione alla Boutique sans Argent, dove si regala una seconda vita agli oggetti, giocattoli, piccoli elettrodomestici: si può prenderli liberamente, portarne uno che non si usa più o bere un caffè a contributo libero (laboutiquesansargent.org). Pochi passi e siete alla Porte Dorée, per tuffarvi nel parco e fare una pausa relax presso lago Daumesnil con i cigni, le barchette e la pagoda del centro buddista. Se avete uno spirito da esploratrici, vi consiglio di puntare al Jardin d’Agronomie Tropical, l’area del parco che nel 1907 ospitò un’esposizione coloniale e dove furono costruiti padiglioni che riproducevano edifici del Madagascar, Indocina, Sudan, Congo, Tunisia, Marocco, e serre per coltivare piante esotiche. Adesso molti edifici sono fatiscenti, altri sono stati riportati in vita, così come nelle serre la cooperativa V’île Fertile coltiva e vende ortaggi bio (www.vilefertile.paris). Se avete ancora voglia di camminare, uscite dal parco davanti all’imponente Castello di Vincennes con la sua torre di 50 metri, un tempo seconda sede del re di Francia, da cui riprendere la metro.

A EST, LUNGO I CANALI PER UNA CAMMINATA
La Parigi che segue un sistema di canali ha un sapore da provincia, perfetto per una passeggiata. Dalla fermata della metro di République si raggiunge il Canal Saint Martin con i suoi vecchi ponti pedonali e le chiuse in ferro. Se amate la fotografia buttate un occhio alla libreria Artazart (artazart.com), se invece siete attratte dalla street art, potete ammirare i graffiti al Point Ephémère, centro d’arte, di musica e ritrovo dei giovani (pointephemere.org). Amate il cinema? Concedetevi un film all’MK2 affacciato sul bacino che immette nel canal de l’Ourcq (dal ponte pedonale si vede la tour Eiffel). E se avete un bimbo, aldilà della strada c’è Cafezoïde, il primo caffè culturale per l’infanzia, con tantissime proposte ricreative (www.cafezoide.asso.fr). Proseguendo, il canale si fa ampio e le chiatte ormeggiate ospitano insoliti caffè e la libreria della navigazione l’Eau et les Rêves. Siete quasi al parco, sovrastato dalla Geòde de La Villette, la grande città della scienza di Parigi. Vi suggerisco ancora una breve camminata fino all’edificio futuribile della filarmonica, firmato dall’archistar Jean Nouvel, argentato e con la sagoma di uno stormo di uccelli in volo. Siete ormai fuori città, a Pantin, ma la metro vi riporterà in breve tempo nel cuore di Parigi.

Testo di Elena Bianco, pubblicato su Confidenze 46/2021

FOTO 123RF

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