di Tiziana Pasetti
Trama – Scarlett Clark insegna Letteratura inglese in un college del nord est americano. Ha una relazione con un collega più giovane, Jasper. Scarlett ha una passione grande per la materia che insegna e una ancora più forte per quella che lei chiama giustizia. Scarlett ha all’attivo un numero non ben preciso di omicidi. Uomini, tanti. Tutti colpevoli di aver mancato di rispetto a una donna, fisicamente o psicologicamente. Uccidere un colpevole è piacevole quasi quanto perdersi tra le pagine di un buon libro. Carly è arrivata alla Gorman dal suo paesino della Pennsylvania centrale accompagnata da sua madre e da un padre che odia. Per la prima volta nella sua vita potrà respirare lontano dall’arsura della sua casa. A dividere la camera con lei c’è Allison Hadley, una ragazza del secondo anno. A Carly basta uno sguardo per restare affascinata da lei, dai suoi modi, dal modo in cui i loro occhi si sono incontrati. Qual è il filo che lega la narrazione di Carly a quella di Scarlett? Cosa le accomuna? E la mano macchiata di sangue che governa l’universo di Scarlett resterà impunita?
Un assaggio – Saprò che sta funzionando quando lui comincerà a gridare. Ma, per adesso, aspetto. Mi sono intrufolata nel garage un’ora fa, quando fuori era ancora buio pesto. I miei vestiti sono in sintonia con la notte, un cappuccio tirato su per coprire i capelli rosso acceso, la faccia senza neanche un filo di trucco. Non c’è bisogno di farsi belle per un’occasione del genere. Non ci sono veicoli qui dentro, solo qualche attrezzatura sportiva poggiata su scampoli di moquette, e l’odore di sudore stantio e deodorante muschiato che aleggia nell’aria. Mi sono nascosta nell’angolo in fondo, dietro a una serie di scaffalature metalliche deformate. Mantengo il respiro regolare e lo sguardo fisso sullo scrostato vinile rosso della panca pesi, i piccoli squarci nel materiale simili a ferite aperte. Passi schiaffeggiano il marciapiede e la porta laterale del garage si apre. Giusto in tempo. Entra un giovane, che si tampona il sudore sulla fronte con l’orlo della maglietta. Tyler Elkin. Campione sportivo nonché uno degli studenti peggiori che abbia mai avuto nel mio corso di Introduzione alla letteratura inglese. Nel ruolo di quarterback titolare, ha portato la squadra di football della Gorman University fino al campionato di Conference la scorsa stagione. Questo prima che iniziassero a girare le voci. Si sfila gli auricolari e fa scorrere il pollice sullo schermo del telefono. La musica esplode da un piccolo altoparlante sopra una cassetta accanto ai pesi, un urlante ragazzino bianco che si atteggia a punk rocker e frigna per una tipa che gli ha spezzato il cuore. Quella stronza, come ha osato. Mi dà sui nervi ma non muovo un muscolo. Non posso rischiare di essere vista. Non ancora.
Leggerlo perché – Sia chiaro, non parliamo di un capolavoro. Però ogni tanto tornare a leggere una trama bella cattiva che mette in tavola carte miste – alcune scoperte e altre no – che confondono i temi più caldi della nostra società non è male. Fin dove è giusto spingersi per vendicare un torto? Al gesto diseducato e violento è (il)lecito rispondere a tono? Esiste una spiegazione alla sete di sangue? La molestia maschile e la punizione femminile in un mix di tensione etica e giustizia fai-da-te, un thriller scomodo con una lady serial killer decisamente sorprendente. (Ah, proprio quando a un certo punto vi verrà da dire “però boh, che noia”, arriverà il colpo di teatro. Quindi siate superiori allo sbadiglio, andate avanti, tenete gli occhi ben aperti).
Layne Fargo, Non imparano mai, Mondadori
Traduzione di Rosa Maria Prencipe
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