Quella voce che nessuno ascolta di Raparelli e Coen

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Un testo che ci parla della necessità di una medicina di genere, dove le differenze diventano cura

di Tiziana Pasetti

Trama – Dire ‘sesso biologico’ e dire ‘genere’ non è utilizzare due sinonimi intercambiabili: cromosomi e ormoni, infatti, non sono gli unici elementi che differenziano uomini e donne. A determinare la diversa sensibilità degli uomini e delle donne alle malattie e la loro risposta ai trattamenti di cura ci sono – e le informazioni in merito sono spesso poco conosciute anche dagli addetti – differenze biologiche, fisiologiche ma anche antropologiche. Valeria Raparelli, ricercatrice clinica, e Daniele Coen, medico, ci offrono un testo ad alta leggibilità che ci parla della necessità di una medicina delle persone per le persone partendo dalla spiegazione chiara di come sono fatti e assemblati dalla natura i nostri corpi e di come la scienza umana cerchi un modo per mantenerli in salute il più a lungo possibile. La diversità è una ricchezza, sostengono gli autori, ma anche una complessità che richiede attenzione e non generalizzazione. No, allora, ad una medicina a senso unico, costruita su una ricerca quasi esclusivamente basata su studi fatti da uomini sugli uomini, e no ai pregiudizi, no ai luoghi comuni. Una clinica ‘allargata’, questo serve alla società, alla e alle differenze. Qualche esempio dei molti trattati: i farmaci vanno somministrati con riferimento al paziente, anche i più generici e ‘antichi’; sfatare il modello unisex del colesterolo; conoscere come lancia segnali di Sos il cuore di un uomo e come chiede aiuto quello di una donna; la fragilità delle ossa, una degenerazione che riguarda anche gli uomini.

Un assaggio – È coerente con la teoria evolutiva il fatto che il corpo degli uomini e delle donne si sia adattato alla diversità dei ruoli e delle condizioni di vita, selezionando le caratteristiche che consentivano alle une e agli altri le risposte migliori in termini di sopravvivenza. La divisione dei ruoli sociali è rimasta piuttosto statica nei millenni e molte di queste caratteristiche differenziano ancora oggi i maschi dalle femmine della nostra specie. Gli uomini sono in media circa il 10% più alti delle donne (ma non ditelo agli olandesi, che vantano le donne più alte d’Europa) e hanno una massa muscolare maggiore del 20-30%. Al contrario le donne hanno una maggiore massa grassa, cioè un più alto numero di cellule (adipociti) nelle quali si accumula il grasso. La massa grassa ideale delle donne in età fertile è tra il 25% e il 28% del peso corporeo. La massa grassa ideale degli uomini giovani varia invece tra il 12% e il 15%. Per le femmine, l’entità del grasso essenziale (cioè quella parte del grasso che è appunto essenziale per le normali funzioni fisiologiche dell’organismo) dovrebbe essere maggiore del 12%. Questa differenza può avere conseguenze rilevanti in termini di salute. Quando la massa grassa essenziale di una donna scende sotto i valori normali (come può accadere in caso di anoressia o in alcune atlete) possono comparire amenorrea e alterazioni ormonali. Anche la distribuzione di molti farmaci varia con il variare della massa grassa, e può comportare per questa ragione una differenza di efficacia e di effetti avversi tra uomini e donne. Considerare le donne come dei piccoli uomini è un non senso, le misure diverse contano solo in parte, quel che fa davvero la differenza sono le caratteristiche qualitative sesso specifiche.

Leggerlo perché – Leggerlo perché ci sono parità che passano per l’accettazione delle differenze. Differenze che non fanno male, che non offendono, che non creano classifiche di potere ma che sono la strada per raggiungere una sana salute, fisica e mentale.

 

Valeria Raparelli e Daniele Coen, Quella voce che nessuno ascolta, Giunti

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