Rosy di Alessandra Carati

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Un libro analizza la vicenda di Olindo e Rosa alla luce della riapertura del processo

di Tiziana Pasetti

Trama – Le otto di sera, 11 dicembre 2006. Raffaella Castagna muore assassinata insieme al figlio, alla madre e a una vicina di casa. Sopravvive il marito di quest’ultima, anche lui ferito a morte e salvo ‘grazie’ a una deviazione congenita della carotide. Ad essere sospettato è prima il marito di Raffaella poi, questo racconterà la cronaca, i due inquilini dell’appartamento a piano terra, Rosa Bazzi e il marito Olindo Romano. I due, una coppia chiusa al mondo – lui vive per lei e lei per lui –, avrebbero ucciso per vendetta, per invidia, per fastidio. I giornalisti li hanno tallonati fin dall’inizio arrivando anche a scavalcare il cancello per avere una loro dichiarazione, una frase per dare ancora più colore al coloro sfavillante della cronaca nera. Quando, è l’8 gennaio del 2007, una volante dei Carabinieri preleva la coppia, i due non immaginano che in quella loro casa non torneranno più. Saranno giudicati colpevoli non per la presenza di prove fisiche ma grazie alla dichiarazione di un testimone, lo stesso sopravvissuto alla mattanza (che dopo un coma dirà qualcosa e poi qualcosa d’altro e poi sembrerà dire Olindo), ma soprattutto perché a dire “siamo stati noi” saranno proprio loro, Olindo in particolare. Poi ritratterà: “mi hanno detto di ammettere, che sarebbe stato meglio, che avrei potuto vedere mia moglie, che in cinque anni sarei stato fuori”. In carcere le loro vite andranno avanti, separate. Alessandra Carati avrà modo di entrare a Bollate e parlare con Rosa, Rosy. Ascoltare quel “non siamo stati noi”. Ascoltarlo in continuazione.

Un assaggio – Il GUP chiede al piemme se è arrivata la consulenza del RIS. Il piemme annuisce, il GUP invita a distribuirla alle parti, il piemme riferisce che è corposa e stanno facendo un mucchio di fotocopie. La difesa chiede che almeno siano lette le conclusioni, il piemme temporeggia, dice che sì, tra un momento le renderanno disponibili. Il GUP sollecita il piemme a leggere subito le conclusioni. Il piemme prende in mano la relazione: «Nonostante gli sforzi profusi non è stata trovata nessuna traccia delle vittime a casa dei coniugi e nessuna traccia dei coniugi sulla scena del crimine». I due hanno ritrattato a scatola chiusa, la relazione conferma quanto hanno appena dichiarato. Il piemme chiede che non sia inclusa nel fascicolo del processo. La difesa si oppone con forza, non si possono scegliere le prove che sostengono la propria tesi, bisogna renderle tutte disponibili alla Corte. Il piemme protesta. Il GUP sottolinea che la relazione è un accertamento tecnico irripetibile e va inserita per legge, la Corte deve esserne messa a conoscenza. Altrimenti, sarebbe un assurdo giuridico. Anche il resto della formazione del fascicolo è una lotta. La procura ha disposto ed effettuato 2099 intercettazioni ambientali e telefoniche, nessuna di queste è stata trascritta e la metà ha una qualità audio così bassa o è talmente danneggiata da essere al limite della comprensibilità. La difesa chiede che siano in parte trascritte e inserite nel fascicolo. Il piemme si oppone. Si discute su quante e quali. Il GUP ne ammette otto. La difesa protesta, ne resterà fuori un’enorme quantità. Il GUP riflette. Ne conferma otto.

Leggerlo perché – Il 16 aprile sarà la difesa di Olindo e Rosa ad aprire il processo durante il quale si discuteranno le istanze di revisione dell’ergastolo dei due. Alessandra Carati (finalista al premio Strega con E poi saremo salvi ) scrive con misura ripercorrendo le fasi che hanno portato fino ad oggi e poi si concentra, senza vischiosità e senza retorica, sulla figura di Rosa. Chi è? Che passato ha? Cosa l’ha legata a Olindo? E poi cosa, chi, l’ha allontanata da lui? Chi è diventata durante questi anni di reclusione, Rosy? Come sempre i fatti di cronaca dividono l’opinione pubblica. Fino a che punto la narrazione giornalistica e la dinamica processuale riescono a fare chiarezza o ad appannare la realtà? A chi deve somigliare, un assassino? E un’assassina, una che ammazza un bambino? Soprattutto, come si svolge un processo con un’accusa così grande e una quasi totale assenza di prove?

Alessandra Carati, Rosy, Mondadori

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