Tiziana Pasetti
Trama – “Toglietemi l’amore per gli amici e il sentimento bruciante e continuo dell’importanza, dell’insondabilità e del fascino della vita umana e non sarei altro che una membrana, una fibra, senza colore e senza vita”, così scriveva Virginia in una delle lettere raccolte in questa ‘cartolina’ epistolare tutta da leggere edita da L’Orma e introdotta da un ottimo Eusebio Trabucchi. Virginia adorava circondarsi di persone, adorava la chiacchiera, adorava scrivere lettere alle amatissime amiche. Violet Dickinson, prima grande amica e forse primo grande amore; Madge Vaughn, adorata cugina e modello di riferimento per la figura di Sally in Mrs Dalloway; Nelly Cecil, amica con la quale condivideva una rubrica di recensioni librarie; Vanessa Bell, sorella di Virginia e animatrice del circolo di Bloomsbury; Vita Sackville-West, spalla, “Sono molto felice e non molto felice. Ho falciato il prato. Adesso assomiglia a un mare calmo per dove sono passate grandi navi che si sono lasciate una scia”. E ancora tante altre, ognuna amica necessaria, sacra. Ognuna àncora della sua tempesta personale.
Un assaggio – A Ethel Smith, Monks House, Rodmell (Sussex), 1 febbraio 1941. Ho composto per te tante belle lettere – lettere da sigaretta –, sai cosa intendo, quando la devozione sale ai cieli come un fumo d’argento, troppo puro per tradursi in parole. Così sono queste lettere, ne ho scritte circa tre in una mattina umida e ventosa. A differenza della cara Margot non ho una matita in testa e non ricordo più dove eravamo rimaste: tu stavi per uscire nella neve con i tuoi scarponi. Avevi già sedotto la moglie del taglialegna e poi cosa? per far concorrenza alla tua traduttrice, anch’io ho un’amante lontana, una cugina dottoressa, una Wilberforce, che vive a Brighton e, incredibile ma vero, ti conosce di nome. Possiede una mandria di mucche Jersey e ogni settimana mi manda un barattolo di panna. Ecco che arriva Margot, proprio non riesco a capirla. Ormai mi spedisce ogni giorno una lettera che ha scritto alle tre del mattino all’hotel Savoy. Chissà perché mai, proprio adesso che sta compiendo gli ultimi giri della sua vita, ha dovuto fabbricarsi una passione del tutto immaginaria per me, che sono la persona più improbabile di cui si poteva innamorare. Ci tiene ad assicurarmi che non si è mai portata a letto un’amante. Ma perché me lo deve far sapere? Forse perché alla fine della vita non ha smesso di aver bisogno di un qualche tipo di specchio? E io, non essendo ancora consumata dall’uso, continuo a riflettere ciò che non c’è più? Ti ho raccontato che sto leggendo in ordine cronologico tutta la letteratura inglese? Quando sarò arrivata a Shakespeare saremo già sotto i bombardamenti. Mi sono allestita un’ultima scena niente male: leggendo Shakespeare, con la maschera antigas scordata da qualche parte, perderò i sensi a poco a poco. Mi ami ancora? Non dimenticare quel mio gesto di saluto, l’altro giorno, a Meck Square. Amami. V.
Leggerlo perché – Scrivere rende migliori, di questo Virginia è sempre stata convinta. Scrivere rende migliori e rende migliore la vita, la rende possibile. Virginia Woolf ha lasciato un segno potentissimo nella letteratura del Novecento, ha disegnato con le parole dei suoi romanzi lo spirito del tempo. Le sue lettere alle amiche raccolgono il suo respiro e i suoi sospiri, la sua argutezza, la sua malinconia, l’ironia e la tensione verso ogni tipo di conclusione. Leggere questo piccolo gioiello è, per chi ama la sua scrittura, intima connessione con la complessa sensibilità della sua anima.
Virginia Woolf, Tutto ciò che vi devo, L’Orma
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