Vorrei giostrare portando i colori di Asia Argento, che considero una grande artista da quando era bambina e già scriveva poesie, bellissime.
Chi abbia visto i suoi film come regista sa della sua cognizione del dolore, e con quale profondità sappia rappresentare i drammi familiari – Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa, la storia di una madre anomala eppure a suo modo perfetta- lei e il figlio corrono per l’America sempre a un passo dal pericolo, mentre il bambino cresce, e fra tante disavventure il vero evento, il senso di tutto, è l’amore fra madre e figlio- o Incompresa, dove una bambina picchiata sballottata ignorata da due genitori egotici, violenti anche fra loro, fra esorcismo e sogno elabora una realtà semplice e arbitraria: che padre e madre si vogliano bene, e ne vogliano a lei.
Da quando Asia come molte altre attrici famose ha rivelato che il produttore Weinstein l’ha molestata a 21 anni, è cominciato con veemenza il linciaggio in rete. Non di Weinstein, ma di Asia. Il processo alla strega – chi sono le streghe? Le incivilizzabili, quelle che non hanno paura della verità, e perciò fanno paura- non le baccanti sguaiate che vogliono gli inquisitori, che il loro diavolo ha dotato – come Asia – di poteri artistici, ovvero magici.
In rete è stata una gara ad offenderla, tutti si sono improvvisati maestri di vita, tutti sanno cosa avrebbe dovuto fare e dire Asia. Perché non hai parlato prima? Per la stessa ragione per cui hanno taciuto finora Gwinnett Paltrow e Angelina Jolie: perché sapevano che sarebbero state fatte a pezzi. L’infamia ricade sulla donna.
Ma quale civiltà? Non ci illudiamo, quando a sessismo siamo ancora all’età della pietra. Se una donna denuncia uno stupro, per lei comincia un calvario. Mi ha addolorato che anche Vladimir Luxuria si sia unita al coro dei linciatori: ha fatto battaglie onorevoli, ed è libera di esprimere un giudizio negativo: ma che bisogno c’era, nel pieno della lapidazione, gettare anche lei la sua pietra contro Asia, nel momento più difficile? Penso a un suo verso scritto da bambina: Maltrattato, o maltrattata/ Non disperarti/ Verrà il momento.
C’è qui una tale sete di amore e di accoglienza, e pensare che è venuto il momento di questa fossa di vipere, mi fa disprezzare e odiare i suoi persecutori. Tutti ne parlano, tutti hanno un’opinione, per Asia, contro Asia, una specie di tempesta emotiva che non è tutta orrenda, perché non ci sono solo gli insulti.
Molti hanno provato per lei un soprassalto di solidarietà e affetto, molti hanno sentito vicina la sua persona, e la sua autenticità dolente, in preda a due tempeste contrarie, non dev’essere semplice la sua vita in questo momento. Ma è una creatura dell’arte e della grazia, e ne uscirà luminosa, come in un mito greco.
Lei, poi, diventa (anche in altre occasioni) bersaglio abituale delle aggressioni in rete: non le si perdona d’essere una creatura libera e purissima, che non hai mai finto. E alla faccia dei maligni, pure una splendida madre.
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