Cose brutte dal mondo

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Tre episodi di diversa natura ci dicono che c'è qualcosa che non funziona nella giustizia a questo mondo

LA STRAGE MANCATA: Un autista che guida quotidianamente un autobus con 50 bambini per portarli a scuola, un giorno li sequestra e cerca di farli morire bruciati tutti quanti. Italiano, di origine senegalese, dice di averlo fatto come protesta per le morti in mare. E ha negato di aver voluto dare fuoco al bus – dopo averlo cosparso di benzina e incendiato.

“Non volevo fare male a nessuno…” No, solo una strage. Ma nei suoi discorsi affiora soprattutto il desiderio di fama, ha detto con esaltazione: «Volevo che tutti parlassero di me».

Difatti tutti ne parlano. E anche del piccolo studente egiziano che era riuscito a nascondere il cellulare e ha dato l’allarme, così che le forze dell’ordine hanno salvato gli scolari. Articoli su articoli, ma il punto oscuro è uno: chi ha affidato 50 bambini a un pregiudicato, con precedenti penali per violenza sessuale e guida in stato di ubriachezza? Non è un dettaglio. Chiunque sia, è il mandante occulto, involontario ma correo. Aspettiamo un nome. E anche di capire attraverso quale meccanismo irresponsabile i nostri figli e nipoti vengano messi in balìa di persone pericolose o addirittura degli assassini, senza controllo.

FOLLIE MAGISTRALI: Alcune recenti sentenze sono impressionanti e fanno traballare qualsiasi speranza sulla nostra sicurezza. Anche di questo si è parlato molto, ma tutto si dimentica presto. La sentenza del magistrato che riduce da 30 a 16 anni la pena dell’uomo che ha ucciso la sua amante, perché lui “era in preda a una tempesta emotiva”. Ma no!!! Perché di solito, invece, l’assassino, quando uccide, pugnala  o spara o ammazza di botte, se ne sta lì tutto tranquillo? La tempesta emotiva era la solita: lei voleva lasciarlo, e lui non poteva ammetterlo. È il movente di tutti i delitti dell’uomo contro la donna: tu non mi vuoi più? Tu ti permetti di avere una tua volontà? Ma io sono ancora il tuo dio! E te lo dimostro, col massimo atto d’imperio, ti tolgo la vita.

Altro episodio: una ragazza peruviana viene violentata da tre connazionali. I magistrati – che, inquietante particolare, sono donne- assolvono gli accusati perché secondo loro la vittima è troppo brutta, e “pare un maschio”, e a chi potrebbe venire in mente di violentarla? Sembra una trista barzelletta, un tratto di umorismo nero, invece no, è il giudizio di un Tribunale su un reato grave. Cioè, visto che la ragazza non era abbastanza avvenente, e LORO non la trovavano desiderabile, si doveva escludere la violenza?

Queste sentenze non sono semplici sentenze, sono attacchi frontali all’incolumità delle donne. Dalle istituzioni non ci possiamo aspettare niente. Se non ci organizziamo fra noi, siamo perdute. Io un’idea ce l’ho. La prossima volta provo a dirvela.

 

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