Emanuela Fanelli, come Cyrano

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Vi consiglio di guardare su YouTube il video La bandiera di Emanuela Fanelli, un guanto di sfida alle femministe allineate, sul discorso molestie sessuali

Sono poco informata, le cose più belle le scopro sempre per ultima e per caso. Per caso ho scoperto i monologhi di Emanuela Fanelli, spiritosa (quindi spirituale) artista in guerra col luogo comune.

Ero un po’ triste per lo stile conformista e piagnone che sta prendendo lo scandalo delle molestie e quella solidarietà  imbarazzante e retorica dei maschi, perfino ai David di Donatello era tutto un melenso inno alla femmina. Come nell’800, quando se non ci ammazzavano (vedi il delirio moglicida di Tolstoj) ci trattavano come statuine di Sèvres, cosine fragili da difendere dall’Uomo Nero.

E le donne che parlano in pubblico delle molestie, tutte così assennate,  fedeli alla linea di condotta – mai un’idea, un urlo, un’invenzione, mai fuori dalle righe- ed ecco, col monologo di Emanuela Fanelli finalmente il gesto, l’atto poetico, lo sberleffo, dove l’autrice – e Micol Pavoncello, sua compagna di scrittura – escono dal viottolo del galateo politico.

Emanuela ci parla di sé come donna in maniera inaspettata, provocatoria e soave, e dispiega la sua originalità invece di belare in coro. E parla in rima. Non tira di sciabola, è campionessa di fioretto (la punta è avvelenata). Non voglio rovinarvi il monologo raccontandolo, la poesia non si racconta, potete vederlo su Youtube, si chiama La bandiera. Vi dirò solo che è un guanto di sfida alle femministe allineate, e varrebbe la pena raccoglierlo- ma come ha fatto lei, in versi, come Cyrano – e poterci esprimere in madrigali, se ci gira.

Da streghe a manager della comunicazione, il passo è lungo. Ma qui riaffiora l’intelligenza vera, la sincerità dell’arte che non ha paura. La cosa straordinaria del poeta Fanelli (non mi piegherò all’impoetico “poetessa”) è che  tutto in lei sia gentile,  che riesca ad andare contromano senza aggredire, a scandalizzare amabilmente, irriducibile e serena- un’esplosione armoniosa. Una volta scoperta la sua esistenza di squisito angelo sterminatore mi sono messa a studiare, e ho visto il suo “Cappuccetto rosso”, un quarto d’ora esilarante sui vezzi degli attori- e “Andrà tutto bene”, sul cancro- atroce e vero- dove dice ciò che nessuno dice mai, e tutti sentono.

Mi immagino il gesto di sufficienza di chi legge, conosce le performance di Emanuela Fanelli e la segue alla radio con Lillo e Greg, al cinema o a teatro, e sa che La bandiera ha avuto la segnalazione speciale di una giuria composta da Verdone e Lina Wermuller:  “Eh, mo’ arrivi tu a spiegarci che è brava…”.

Mi scuso del ritardo, ma scoprire un’artista geniale – un’artista libera che sovverte le buone e le cattive maniere –  è una festa senza tempo che ci riscatta, ci rallegra, e moltiplica l’istante.

Confidenze