Fiorella, ritmo e impegno sociale

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Calca il palcoscenico da più di 40 anni e ha costruito la sua carriera con dedizione. Alle canzoni, certo, ma soprattutto alle cause umanitarie. Perché se c’è bisogno di dare una mano a chi è in difficoltà, la Mannoia c’è. Sempre

In attesa di vederla a Uno. Nessuno Centomila, il grande concerto contro la violenza sulle donne che il 19 settembre unirà a Campovolo sette cantanti italiane, ecco il ritratto di Fiorella Mannoia scritto da Giovanna Sica e pubblicato su Confidenze in edicola 

 

Una ninfa. Così mi sei apparsa la prima volta che ti ho vista da vicino, tre anni fa, seduta a gambe incrociate sul bordo del palco, la voce azzurra come i tuoi occhi. Poi ti sei alzata, una sacerdotessa che mischiava gesti e parole. Con le mani, le braccia, con il corpo accompagnavi la voce, scandendo ogni sillaba. Pensai che se avessi avuto un solo aggettivo per descriverti avrei detto intensa. Intensa e appassionata: sono due uno è troppo poco per te. Il tuo debutto musicale è del 1968, al Festival di Castrocaro (prima avevi lavorato come controfigura). Nel 1972 arriva il 33 giri d’esordio ed è solo l’inizio. Perché negli anni ‘80 realizzi sei album e sali quattro volte sul palco dell’Ariston con Caffè nero bollente, Come si cambia, Quello che le donne non dicono, scritta per te da Enrico Ruggeri (“E non andiamo via/ ma nascondiamo del dolore/ che scivola, lo sentiremo poi/ abbiamo troppa fantasia/ e se diciamo una bugia/è una mancata verità che prima o poi succederà”) diventa la cartina di tornasole della tua popolarità, il primo ammonimento alle donne: non si può coprire il dolore sotto la bugia che passerà. Poi c’è Le sere di maggio, di Ivano Fossati, mentre Francesce De Gregori ha composto per te: Cuore di cane, nel 1989. “Il ragazzo a trovargli un difetto, non gli piace studiare/preferisce le stelle e quel pezzo di legno/ preferisce aspettare che capire/c’è tempo e capire certe volte non vale”.

 

collaborazioni vip 

Il tuo successo cresce poco alla volta, con impegno, dedizione e grazie al passaparola di chi viene ai tuoi concerti. Arrivano gli anni ‘90, pubblichi quattro dischi, tra i quali I treni a vapore: “Io la sera mi addormento e qualche volta sogno perché so sognare/mi sogno i sognatori che aspettano la primavera/ o qualche altra primavera da aspettare ancora/ fra un bicchiere di neve e un caffè come si deve/quest’inverno passerà”. Testi profetici (sempre di Ivano Fossati) che in questo difficile momento sono carezze sui nostri volti impauriti. Il primo album live, Certe piccole voci (1999), è una consacrazione e contiene la tua interpretazione più popolare, Sally (di Vasco Rossi). Ma io trovo ancora più struggente la versione che hai fatto di Io che amo solo te (Sergio Endrigo). Gli anni 2000 si aprono con Fragile e il doppio album live In tour registrato con Ron, Francesco De Gregori e Pino Daniele. Musica e impegno umanitario s’intrecciano sempre nella tua vita: hai l’Africa nel cuore, ma non solo. Nel 2006 esce Onda tropicale, un omaggio al Brasile. E sei anni dopo Sud, dedicato al sud del mondo.

 

Una donna per amica

Questo album contiene In viaggio, un madrigale dolceamaro in cui immagini le parole che avresti dedicato a una figlia, se l’avessi avuta, il giorno in cui fosse partita per la sua strada. Una lettera intima, ma anche il testamento universale di tutte le madri straziate dalla lontananza dei loro ragazzi. “Ho temuto questo giorno/ è arrivato così in fretta/ e adesso devi andare la vita non aspetta/ guardo le mie mani ora che siamo sole/non ho altro da offrirti/ solo le mie parole”. Il 2013 è l’anno di A te, un tributo a Lucio Dalla, in cui duetti con Ron e Alessandra Amoroso e conquisti con la tua passione forte e contagiosa. Non dimentico, poi, i concerti Amiche per l’Abruzzo e Italia loves Emilia a favore delle popolazioni terremotate. La tua battaglia per salvare la Casa internazionale delle donne, storica dimora romana di accoglienza. Il sostegno che hai dato ad Amref contro le mutilazioni genitali femminili. E, in questi giorni, la tua partecipazione alla campagna “Libera puoi”, per esortare le donne vittime di violenza durante l’isolamento a chiamare il numero 1522. D’altronde, questa è la tua natura. Non a caso, nell’album Combattente gridi forte che bisogna smetterla di avere paura: “Come se accontentarmi fosse la scelta migliore/ come fosse troppo tardi sempre per definizione/come se l’unica soluzione fosse quella di restare, e invece pensa, nessuna conseguenza/ di te so stare senza/non sei necessario alla mia sopravvivenza” (Nessuna conseguenza). E cosa dire de I pensieri di Zo (di Fabrizio Moro), in cui la protagonista “Cammina cammina cammina cammina da sola/ trattiene un grido di vita/fra il mondo e la gola”, al contrario di Sally che, invece, “cammina per strada sicura/senza pensare a niente”? L’anno scorso ci hai regalato Personale: 12 brani rappresentati da altrettante immagini scattate da te, appassionata di fotografia e desiderosa di immortalare volti, scorci, vertigini. “E ho capito che non sempre il tempo cura le ferite/ che sono sempre meno le persone amiche/ che non esiste resa senza pentimento/che quello che mi aspetto è solo quello che pretendo/ e ho imparato ad accettare che gli affetti tradiscono/ che gli amori anche i più grandi poi finiscono” (Il peso del coraggio). “Intensa”, sì, se avessi un solo aggettivo per definirti userei questo. Intensa con i tuoi capelli ricci e rossi. Il tuo sguardo azzurro e fiero. I tuoi anni. I tuoi album, i singoli. I concerti. Le battaglie per la giustizia sociale. Fiorella mia, ci vediamo a settembre all’evento Una. Nessuna. Centomila. ●

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