Il lettore di Bernhard Schlink

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Il romanzo da cui è strato tratto il film The Reader ci insegna a guardare la storia da punti di vista diversi

«Lascia che ti faccia il bagno, ragazzino».

Appena entrai in cucina, non fu l’afa estiva ad avvolgermi come un tessuto pesante, bensì il calore dello scaldabagno che Hanna aveva acceso. Fece scorrere l’acqua, aggiunse un paio di gocce di lavanda e mi lavò. Nell’aria calda e umida, il grembiule blu pallido a fiori, sotto il quale non indossava biancheria si appiccicò al suo corpo sudato in maniera provocante. Quando facemmo l’amore, ebbi la sensazione che volesse farmi esplorare qualcosa di completamente diverso, portarmi al di là di tutto ciò che avevamo provato fino a quel momento, dove non sarei più stato in grado di resistere. Anche la sua passione fu nuova, unica. Non priva di riserbo; al suo riserbo non rinunciò mai. Ma sembrò che volesse annegare con me. 

«Adesso via, vai dai tuoi amici». Mi salutò e me ne andai. La calura si era insediata tra le case, copriva campi e giardini e sfavillava sull’asfalto. Ero frastornato. In piscina le grida dei bambini che giocavano e sguazzavano giungevano alle mie orecchie come da un luogo lontano. Ma soprattutto, andavo in giro come se io e il mondo non ci appartenessimo. Mi immersi nell’acqua clorata e lattiginosa senza sentire il bisogno di riemergere. Ero assieme agli altri, li ascoltavo e trovavo i loro discorsi ridicoli e insulsi. A un certo punto quell’atmosfera svanì, si trasformò in un normale pomeriggio in piscina con i compiti e la pallavolo, i pettegolezzi, i flirt. Non ricordo cosa stessi facendo quando sollevai lo sguardo e la vidi. Era in piedi, a venti o trenta metri da me, in pantaloncini e camicia aperta annodata in vita, e guardava verso di me. Anch’io la guardai. A quella distanza non riuscivo a leggere l’espressione sul suo viso. Non balzai in piedi per correre da lei.

Michael aveva 15 anni quando si ammalò di itterizia. Un giorno, mentre stava tornando da scuola, il corpo non resse e il ragazzo si sentì male per strada. Hanna di anni ne aveva trentasei. E capelli biondi. E occhi azzurri. Si affrettò ad afferrarlo, lo portò all’interno del portone del suo palazzo e, dopo averlo aiutato a riprendersi, lo accompagnò a casa. I genitori di Michael, non appena il ragazzo fu in grado di uscire di casa, mesi dopo, lo mandarono, insieme ad un mazzo di fiori, a ringraziare la donna.

Tra i due fin dall’inizio si instaura una relazione sessuale, un adolescente imberbe e una donna nel pieno della maturità. Gli ingredienti per condannare la narrazione ci sarebbero tutti: un amore inappropriato, la scomparsa improvvisa e immotivata di Hanna e la scoperta, anni dopo, del suo arruolamento nelle SS come sorvegliante. Michael se la ritroverà davanti, all’indomani del naufragio del suo matrimonio, in un tribunale, accusata della morte di decine di donne all’interno di una chiesa incendiata da un bombardamento.

Michael è il primo ad accusare Hanna, per il suo ruolo come nazista e soprattutto per il suo abbandono. Quella donna, la donna alla quale leggeva libri per ore, dopo l’amore, gli ha segnato il destino. Qual è il suo segreto? Qual è la sfasatura che non permette a Michael di tagliare definitivamente il legame con quella donna che agli occhi del mondo è solo una criminale?

Il romanzo scritto da Schlink fa quello che solo le grandi opere letterarie riescono a fare: guardare agli eventi da più punti di vista, spostare la visuale, spostare la propria posizione, non irrigidirsi. Osare quello che i libri di storia e le sentenze non consentono: osservare ancora, ascoltare ancora.

Nel 2008 Stephen Daldry ha portato il romanzo sugli schermi cinematografici con una strepitosa Kate Winslet alla quale il ruolo di Hanna è valso l’Oscar.

 

 

Bernhard Schlink, Il lettore, Neri Pozza

 

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