Io c’ero negli anni 80

Mondo
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Dalla Girella ai Duran Duran un libro celebra i mitici anni 80 e la generazione cresciuta tra le merendine del Mulino Bianco e i Mondiali del 1982

Evviva!!! Dopo aver passato l’adolescenza e la prima giovinezza (e parte della seconda pure) a sognare a occhi aperti i mitici anni ’50, ’60 e ’70, più per sentito dire che per diretta esperienza, finalmente il Tempo ha svolto il suo lavoro e anche io posso finalmente dire di essere entrata nel mito!

C’ero. Negli anni ’80, ormai mitici anche loro grazie al divertentissimo libro appena pubblicato dai Magazzini Salani, io ho avuto dai 6 ai 16 anni. E tenuto conto che almeno i primi 3 anni dei ’90 non sono stati altro se non un lento addio della decade precedente… credo di poter affermare di essere cresciuta se non a latte e Disco Dance (i ’70 li ho vissuti con scarsa consapevolezza fisica e mentale) certamente a Girella, Duran Duran e Casa nella Prateria.

Se in quegli anni c’eravate anche voi allora non fatevi scappare il volumetto coordinato da Isabella Barbieri e scritto da Valentina Cambi, anche se l’estate si sta facendo desiderare sarà un’ottima compagnia sotto l’ombrellone! Grazie alle tante immagini e foto inserite nel testo e alla grafica fedele a quella di allora sarà davvero come tornare indietro nel tempo.

Basterà un attimo e vi ritroverete ad aspettare le quattro per la merenda e per l’inizio dei cartoni animati sdraiate sul divano accanto a vostra sorella maggiore, capelli cotonati e giacchetta con super spalline e occhi sognanti, una manciata di gettoni in mano, già con la mente presa dalla bugia da raccontare a mamma e a papà e il cuore in corsa verso la cabina telefonica in piazza. Ad attenderla, un amore lento e paziente. Roba del secolo scorso, insomma. Roba bellissima, aggiungo.

Noi siamo quelli delle sorpresine nelle merendine del Mulino Bianco e siamo i primi che hanno pianto guardando E.T. al cinema. Siamo anche quelli che hanno assistito alla scena eroica dei nostri papà, chiusi in bagno a farsi la barba (dicevano loro), che correvano sul posto e alzando i pugni in cielo in segno di vittoria gridavano senza voce: «Adrianaaaaaaaaaaaaa» mentre le mamme urlavano dalla cucina: «A tavolaaaaaaaaaa!!!! È prontoooooooooo!!!».

Siamo quelli che per primi si sono eclissati dal mondo e, grazie a walkman e cuffia, hanno solcato centinaia di centinaia di centinaia di metri con la testa tra le nuvole e la musica. Siamo quelli che le sere d’estate, in tv, c’era il Festivalbar: perderselo, impossibile.

 

Siamo quelli del Manuale delle giovani marmotte e de I Quindici, siamo quelle di Ragazza In e Cioè. Siamo i figli delle mamme votate ai fotoromanzi e ai libri Harmony. Siamo quelli che hanno guardato in diretta il matrimonio di Carlo e Diana credendo fosse una favola a lieto fine e gridato una notte magica del 1982 insieme a Zoff e al presidente Pertini certi che quella fosse solo la prima di infinite vittorie.

 

Siamo quelli degli anni 80, accipicchia! Saremo anche datati, ormai. Ma siamo nel mito.

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Io c’ero negli anni 80, Magazzini Salani

Confidenze