La borsa della spesa

Mondo
Ascolta la storia

Si avvicina il pranzo di Natale e tutti corriamo a fare la spesa, ricordiamoci un oggetto dimenticato: la borsa della spesa

Vorrei rilanciare un oggetto dimenticato, così antico da essere nuovissimo: la borsa della spesa. Non parlo del carrello, utile per le provviste, ma delle spese brevi, che ci fanno comunque tornare a casa  con cinque o sei buste di plastica. Ma quante ne accumuliamo? Ogni acquisto è un dispetto al pianeta, te la danno pure se vai a comprare un bruscolino, e l’allarme ecologico ha cambiato ben poco degli usi quotidiani.  Ci sono parecchie ragioni per reintrodurre quell’arnese amichevole e vetusto.

  1.  1- Per salvarsi la pelle, visto che l’immondizia ci sommerge.
  2.  2- Il consumismo è inconsumabile e ci sta consumando tutti.
  3.  3- Siamo produttori indefessi di immondizia. Mentre scrivo sta già aumentando in maniera insostenibile.
  4.  4- L’eleganza. Quanto siamo brutti con quelle buste penzoloni, che ci danno un’eterna aria da fuggiaschi, o da forzati.

Quando andai in Cina per la prima volta, nel 1988, mi ritrovai di colpo negli anni 50, perché nei negozi ti davano la merce incartata con un pezzo di giornale. Ci tornai nel 2002, quando la Cina era stata travolta dal consumismo. L’inquinamento era tale, che appena arrivata all’aeroporto di Pechino respirai quell’aria, e svenni  (e non venivo dalle Dolomiti, ma dalla velenosa  Roma).

Una volta erano solo le casalinghe a fare la spesa, oggi la fanno anche i giovanotti e gli uomini di ogni età. Fare la spesa per me è una circostanza molto festosa. Intanto vuol dire che hai i soldi per comprarti da mangiare, che oggi non è poco. E poi, anche se adesso la fanno tutti, in certi orari ci si incrocia soprattutto fra casalinghe. Un saluto alle casalinghe, mie sorelle che incontro trafelate come me nei supermercati- elfi shakespeariani, ultimi individui, che sfuggono alla lottizzazione del pensiero, e conservano un barlume di libero arbitrio.

Decidere cosa si fa da mangiare- vi pare poco? Decidere come nutrire equivale a decidere come le persone devono essere. Le incontro nel momento più lieto, appunto, fare la spesa. Vivaci come ragazzini, agili come pellerossa, guidatrici spericolate di carrelli armati, specialiste del grana, del detersivo, dell’amore domestico…tradizionalmente c si riferisce a loro quando si parla  di persone di scarso intendimento.  Sciocchezza grandissima. Chi le definisce così non ha mai incontrato all’ora della spesa questo esercito sanculotto, questi robusti agenti della poesia- questi angeli.

Confidenze