La lingua del virus: “ne usciremo migliori”

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Chi è convinto che gli italiani da questa prova ne usciranno migliori rifletta su queste parole: senza lavoro e in povertà ci si azzanna di più

Nella lingua del virus, dopo “Andrà tutto bene” il luogo comune  più funesto è “Ne usciremo migliori”. Maledetta retorica. Ma quando mai la paura della malattia, la recessione, la disoccupazione, la fame hanno reso gli uomini migliori?

Già adesso tanto miglioramento non lo vedo, quando ci incontriamo tutti mascherati ci guardiamo in cagnesco  e vediamo il prossimo come fonte di contagio. Ho avuto un piccolo saggio di questo “miglioramento” nel mio quartiere. Come nel teatro di Brecht, i grandi mutamenti sono tutti nelle piccole storie.

Una rinomata pasticceria ha licenziato le dipendenti, due pasticcere di talento, una giovane, una vecchia. La vecchia è una maga del Montblanc, la giovane una fuoriclasse, inventava pasticcini originali e squisiti, che andavano a ruba. Le due si incontrano per la strada, appena sono state buttate fuori. Un po’ stordite, mortificate, si raccontano le loro difficoltà. La vecchia, che è rimasta al Nokia e non sa niente di modernità, ma ha sentito parlare del social, sa che la collega ha un grande seguito come pasticcera online, e le suggerisce di crearsi un sito di ricette a pagamento. L’altra le dà della scema, ma solo per essere buona, si capisce che le darebbe due schiaffi. La vecchia non si offende, anzi si scusa della sua ignoranza della comunicazione. Si avviano a piedi, ricordando i bei tempi prima del virus. Si raccontano le proprie difficoltà, la vecchia dice “alla mia età è anche grottesco cercare un altro lavoro, chi mi assume? Meno male che almeno ho un tetto sulla testa, due anni fa ce la passavamo male  e stavamo per vendere l’appartamento, abbiamo incontrato dei truffatori che ce lo stavano per fregare sotto gli occhi, ce ne siamo accorti se no adesso stavamo in mezzo a una strada”.

La giovane si blocca. La guarda con schifo ed esplode con violenza

“Non sono per niente interessata ai tuoi problemi immobiliari!”- La vecchia si confonde, cerca di spiegarle meglio, l’altra sempre più inviperita grida “Ancora? Io non so come pagare l’affitto, e tu mi sbatti in faccia le tue proprietà?”.

La vecchia è annichilita dal malanimo con cui l’altra le sta parlando. Pensa alla sua casetta sguarnita, con una stufa a gas del 1970, l’anno scorso sono venuti i ladri, hanno sfondato la porta e gli ha fatto così schifo la casa che dopo avere sbudellato cassetti scaravoltato il letto alla fine non hanno preso NIENTE. Niente hanno considerato degno di esser portato via, non c’era un quadro, un cucchiaio d’argento, una catenina d’oro, niente, niente, e pure il televisore era troppo antico. La vecchia prova debolmente a dire che non sta parlando di una delle sue ville fra Miami e Marrakesh, ma del suo unico rifugio. Séééé! la giovane ormai è partita, ha individuato in lei il bersaglio della sua frustrazione, grida con disprezzo “me ne frego dei tuoi possedimenti!” e  la pianta in mezzo alla strada.

La vecchia, che è una brava tipa e ha sempre ammirato i dolci innovativi dell’altra, è stordita. Nella vita le hanno detto di tutto, ma è la prima volta che la trattano come una ricca stronza perché ha una casa dove stare. E per un momento si sente trasferita, non senza un istante di basso compiacimento, nei panni di una Crudelia Demon miliardaria bastarda e senza pietà.

Questo piccolo episodio anticipa e descrive i sentimenti che rischiamo di covare gli uni per gli altri in un’Italia impoverita, così malridotta che chi avrà un’utilitaria sarà insultato come sporco capitalista e nemico del popolo. L’animale sazio non attacca. Attacca quando ha fame. E per legge di natura attacca il più debole. I più forti se la caveranno sempre, fin da ora. Se un qualunque giornalista di tv avesse proposto, per salvarsi dal contagio, di spararsi in vena il cloro e mettersi al sole, sarebbe stato cacciato e avrebbe dovuto rispondere penalmente per aver diffuso una sciocchezza così pericolosa attraverso un mezzo pubblico. Ma se lo fa Trump, con l’autorità di presidente degli Stati Uniti, dichiarandolo pubblicamente a 200 milioni di persone, non viene perseguito né delegittimato. Ha detto “Avevo scherzato”. Milioni di morti e lui scherza. Così fanno gli imperatori. Scherza chi può. Noi, intanto, ai piani bassi, ci azzanniamo a vicenda.

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